Ortombina: «Ideò quelle scene di Senso per Luchino Visconti»

Domenica 16 Giugno 2019
IL RICORDO
Franco Zeffirelli e Venezia. Un rapporto controverso. Grande amore per il mondo della musica, molto meno con il cinema. Il regista scomparso per molti anni, soprattutto nei favolosi Sessanta, era di casa a Venezia. In particolare per il legame professionale e musicale che lo legava all'inizio della sua carriera e per il suo percorso di regia soprattutto alla Fenice. Lo ricorda Fortunato Ortombina, sovrintendente del teatro veneziano che, in passato quando era direttore artistico alla Scala di Milano, aveva più volte raccolto le confessioni di Zeffirelli. «Quella che più raccontava con forte emozione - ricorda Ortombina - era la storia legata a Luchino Visconti. Il giovane Zeffirelli era giovane assistente del famoso regista e partecipò proprio qui a Venezia alle riprese del famosissimo Senso. La celebre scena girata alla Fenice (quella dei volantini tricolori lanciata dai palchi contro la presenza degli Austriaci ndr) aveva visto la sua supervisione. Ricordo che Zeffirelli raccontava quelle scene con grande enfasi. Per ricreare l'atmosfera migliore e più realistica, così come voleva Visconti, organizzò l'illuminazione della sala a luce di candela. Fu un lavoro impeccabile, ma faticosissimo che ebbe alla fine il plauso del regista Visconti». Ma il rapporto di Zeffirelli con La Fenice non si esaurì in quell'occasione. Dopo Senso, fu soprattutto nel decennio degli anni Sessanta che Zeffirelli trovò spazio nel teatro veneziano. «Nei nostri archivi - ricorda Ortombina - sono ancora ben presenti le sue regie: da Alcina di Handel fatta nel 1961 alla Lucia di Lammermoor sempre in quegli anni, dove diresse Joan Sutherland, una delle regine del belcanto di allora. L'ultima apparizione come regista alla Fenice fu nel 1971 con la messinscena di un'edizione dell'«Italiana in Algeri di Rossini».
SPETTACOLO IN ARENA
Più controverso il rapporto con il cinema a Venezia, e con la Biennale. Non mancarono occasioni di scontro e di contestazione della critica cinematografica per alcune sue opere. Tra tutte, forse quella più dura proprio al Lido nel 1988 quando venne contestato per il suo Il giovane Toscanini. Oltre alla Fenice anche l'Arena di Verona dove è in programma il 21 giugno La Traviata proprio con la regia di Zeffirelli, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, piange la scomparsa del regista fiorentino. «Lo abbiamo amato incondizionatamente tutti - sottolinea la sovrintendente Cecilia Gasdia - ha segnato la nostra vita professionale. Vorremmo avere il tempo di fermarci, ma lo piangeremo lavorando per onorare il suo genio insostituibile». E anche il Teatro Stabile del Veneto ha inteso ricordare Zeffirelli con una nota congiunta del presidente Giampiero Beltotto e del direttore Massimo Ongaro. «È scomparso un talento registico universale che ha saputo esprimere il meglio nel cinema, nel teatro, nell'opera e in televisione. Un uomo che ha lasciato un'idea innovativa di regia».
Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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