Orsini e Popolizio, due scienziati in dialogo sull'atomica

Venerdì 24 Novembre 2017
TEATRO
Un formidabile duello verbale fra due premi Nobel con lo sguardo al primo, devastante evento bellico che ha visto l'utilizzo della bomba atomica. Un dialogo di grande suggestione sui destini del mondo. È intessuto di dubbi etici e di sfide scientifiche Copenaghen, avvincente dramma storico-scientifico del commediografo britannico Michael Frayn che arriva sulle scene nordestine con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice. Dopo Udine e Vicenza, lo spettacolo è stato in cartellone al Salieri di Legnago ed è approdato al Toniolo di Mestre (sarà fino domenica 26 novembre).
IN SCENA
In scena i tre protagonisti si ritrovano al centro di un inquietante processo a porte chiuse, in un luogo che ricorda un'aula di fisica, interpretando un serratissimo faccia a faccia in un'atmosfera quasi irreale. Copenaghen è infatti una disputa etica e scientifica a tre voci, densa di riflessioni e interrogativi. La vicenda raccontata si colloca nel 1941 proprio nella capitale nordeuropea e ricostruisce l'incontro, in una Danimarca occupata dai nazisti, di due scienziati, entrambi Premi Nobel, un tempo maestro e allievo. Due ex compagni di ricerche costretti dalla guerra a guardarsi come due nemici. L'ebreo danese Niels Bohr e il tedesco Werner Heisenberg, in quel momento a capo del programma nucleare militare tedesco, si ritrovano imprigionati in un labirinto di domande che stentano a trovare risposta, sommerse come sono da ambiguità e dubbi estenuanti sul rapporto fra potere, scienza e morale. La storia di quell'incontro è oscura e incerta. Heisenberg voleva offrire al maestro, che era mezzo ebreo, l'appoggio politico della Gestapo in cambio di qualche segreto? Oppure tentava di rallentare il programma tedesco fornendo informazioni a Bohr, ovvero agli alleati?
IL DUELLO
Le ipotesi fatte all'epoca vengono enunciate e vengono messi in scena diversi possibili incontri tra i due fisici, con un rimando voluto al Principio di Indeterminazione e di Complementarietà dimostrato dallo stesso Heisenberg. Perché tutto è umano, niente è assoluto. E il Novecento, come la vita umana, è fatto di tante zone grigie, di tanto silenzio.
Giambattista Marchetto
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Ultimo aggiornamento: 12:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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