«Orafi dimezzati in 40 anni, ore l'ennesima beffa»

Martedì 18 Luglio 2017
A Venezia sono rimasti solo 21 laboratori orafi. Dal 1976 (quando se ne contavano 51) al 2016, le botteghe artigiane nella città storica sono quasi sparite. E il decreto ministeriale Che equiara orafi e compro oro, rischia di diventare l'ennesimo pasticcio burocratico all'italiana che penalizzerà gli onesti e soprattutto gli oresi artigiani veneziani.
A lanciare l'allarme sull'ennesima norma che anziché agevolare affosserà ancor di più il comparto degli orafi veneziani è il segretario della Confartigianato Venezia Gianni De Checchi. «Nulla in contrario verso le regole che vogliono disciplinare l'attività dei compro oro, ma includere anche gli orafi artigiani tra i soggetti che devono rispettare i rigorosi obblighi imposti a chi svolge soltanto attività di compravendita di metalli e oggetti preziosi è una soluzione non miope ma dannosa» spiega De Checchi. La questione è semplice quanto delicata: l'obiettivo della norma, condiviso da Confartigianato, è il controllo del settore della compravendita dei metalli preziosi per combattere pratiche illegali e rischi di riciclaggio. Ma la legge, una volta entrato in vigore il decreto ministeriale, farà di tutta l'erba un fascio, includendo anche gli orafi artigiani tra i soggetti che devono rispettare i rigorosi obblighi imposti, paragonandoli a chi per mestiere svolge soltanto attività di compravendita di metalli. Obblighi che vogliono dire carte, registri, richiesta di consulenze amministrative e burocratiche nonché adempimenti in più che rappresenteranno solo l'ennesimo carico d'adempimenti normativi per la categoria artigiana. «Quello che amareggia di più continua il presidente degli Orafi veneziani Gianluca Bastianello è che lo Stato consideri un settore artigiano che ha fatto la storia di tante città tra cui Venezia, alla stregua di affaristi che operano nel torbido. Classificare come uguali le attività di chi compra e vende gioielli usati e chi da artigiano partendo dalla materia prima confeziona con maestria artigiana gioielli e manufatti preziosi è uno svarione normativo che se non verrà modificato farà solo molto male agli artigiani».
La categoria degli oresi veneziani, infatti, sta già pagando un pesante tributo sia a causa della crisi economica sia per il difficile percorso del ricambio generazionale. «Evidentemente il retaggio culturale che vede l'imprenditore privato come potenziale malfattore non è ancoro del tutto superato conclude De Checchi e quando si legifera spesso si parte da questo pregiudizio profondamente sbagliato. Forse, il giorno in cui non ci saranno più imprenditori privati, ci si accorgerà dell'errore commesso, ma sarà troppo tardi».
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