Omicidio Boraso, preso il complice

Venerdì 27 Novembre 2020
Omicidio Boraso, preso il complice
PORTOGRUARO
Cambiano ancora le carte. Per gli inquirenti non fu solo Wail Boulaied a uccidere, la notte del 22 luglio, la 59enne Marcella Boraso. Le indagini dei carabinieri, e la confessione dello stesso Boulaied di pochi giorni fa, hanno portato all'arresto del complice del 23enne marocchino: si tratta di un suo connazionale di 21 anni, Mohammed Rabih. I due l'avrebbero uccisa per rubarle dei soldi e dei gioielli per comprare della marijuana.
Gli investigatori, in realtà, erano sulle sue tracce da luglio. Avevano capito subito, fin dal fermo di Boulaied per omicidio e incendio, che in quella casa doveva esserci anche un'altra persona. Ci sono voluti mesi per riuscire a raccogliere tutti gli elementi che hanno portato all'ordinanza di custodia cautelare notificata ieri pomeriggio al giovane nordafricano. I passaggi fondamentali sono stati tre: il recupero, il 22 settembre, di un martello e dei guanti in lattice utilizzati dai due, quella notte, nel tentativo di ripulire la scena del crimine e poi chiusi in un sacchetto e gettati in un canale vicino alla casa della vittima. Poi, il 16 ottobre, durante un'ispezione a casa di Rabih, era stata trovata una collana sparita dalla casa di Marcella, a cui si sono aggiunti i risultati degli esami sugli accertamenti tecnici sulla dinamica del Ris di Parma. Infine, solo pochi giorni fa, le ammissioni di Boulaied. A quel punto, il Gip di Pordenone, Rodolfo Piccin, ha emesso la misura. Ieri pomeriggio, i carabinieri hanno fermato il 21enne a Portogruaro, mentre si trovava alla fermata dell'autobus: adesso si trova in carcere con l'accusa di concorso in omicidio e rapina.
NUOVA RICOSTRUZIONE
Rapina, sì. Perché a questo punto l'accusa ha completato la ricostruzione di quella notte: alcuni elementi, ovviamente, data la presenza finora ignota di un terzo protagonista, sono totalmente nuovi. È Boulaied a scrivere un messaggio a Boraso, per avvertirla che sarebbe venuto a casa sua. Con lui si presenta anche Rabih. I tre trascorrono la serata insieme, bevendo alcolici e assumendo un mix di psicofarmaci. Marcella è stordita, ma lucida abbastanza per accorgersi che, a un certo punto, uno dei due, Rabih, sta cercando di svignarsela dopo aver preso qualcosa dalla sua camera. La donna si oppone, chiede che gli vengano restituiti i gioielli (la collana, in particolare) e ne nasce una lite. I due marocchini la bloccano, la malmenano e la spingono verso il bagno. Boulaied la colpisce al viso con una coltellata. Lei cade, poi Rabih la tiene ferma mentre il complice, con un martello, la colpisce più volte alla nuca fino a fracassarle il cranio.
I due prima cercano di ripulire la scena del crimine, poi capiscono che non sarebbe stato così semplice e allora, per eliminare le tracce, trovano un doppio stratagemma. Prima lasciano aperta l'acqua della vasca, poi accatastano del materiale sui fornelli per procurare un incendio. Un maldestro tentativo di depistare le indagini subito smascherato dai carabinieri: il primo dei due assassini, infatti, venne arrestato a 24 ore dal rinvenimento del corpo della donna.
Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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