«Omicidio a Mogliano Arriva Stucky»

Martedì 20 Novembre 2018
L'INTERVISTA
Due omicidi, due piste, due città. Da una parte la Treviso «borghese, carina, fighettina» dell'ispettore Stucky, dall'altra la Marghera «post operaia, sporca, furiosa e pelosa» della collega Luana Bertelli. Nel mezzo, un pericoloso mondo ostaggio di rancore che smania di farsi giustizia da sè. Una metafora dei tempi attuali tra rivendicazioni e crisi della politica come l'abbiamo sempre intesa. Così, quando un terzo uomo muore, giusto nel mezzo, a Mogliano, le piste finiscono per intrecciarsi. Forte del successo di Finchè c'è prosecco c'è speranza, Fulvio Ervas torna in libreria con C'era il mare (Marcos y Marcos, 18 euro), nuova avventura del suo acuto detective mezzo persiano e mezzo veneziano, che potrebbe ben presto trasformarsi in un film diretto ancora una volta dal regista coneglianese Antonio Padovan: «Il libro gli è piaciuto e ci stiamo pensando sul serio - conferma lo scrittore veneziano ormai di casa nella Marca - per la prima volta, scrivendo, avevo negli occhi Giuseppe Battiston nei panni di Stucky, non mi era mai successo prima».
Come nei precedenti romanzi di Ervas, il giallo offre lo spunto per riflettere sul presente, su un territorio mortalmente ferito da avidità e ingordigia, e su uomini sconfitti dalla vita che covano rabbia.
La protagonista stavolta è Marghera, con la sua «favola delle fabbriche tristi», gli ex sindacalisti, i cantieri navali, le comunità del Bangladesh che ci ruotano attorno.
«Sono anni che giro attorno a Marghera come pensiero narrativo. Mio padre, mio fratello e mio zio hanno lavorato ai cantieri Breda, e anche io, per quattro mesi, quando mi hanno bocciato in terza superiore. All'epoca mio papà mi disse: adesso vedi subito cosa significa studiare e lavorare. Dopo di che ho corso come un matto per studiare».
Cosa la incuriosiva? Nel romanzo parla di utopia mai cresciuta.
«L'anno scorso era il centenario di Porto Marghera, per me uno dei nuclei più importanti, dal punto di vista industriale, della nostro regione. È stato un grande progetto, in parte ha funzionato, in parte è fallito, ma ha lasciato una grandissima eredità: vittime di pace. Porto Marghera è l'emblema di come abbiamo concepito il territorio».
Il territorio come spazio da consumare.
«Siamo bravi, noi veneti, nell'emergenza, ma scarsi nella prevenzione. Il territorio non è suolo da consumare, non è cemento da usare per fare la casa e poi chissenefrega. Manca una visione. Ci fosse, il Veneto sarebbe un paradiso invece scontiamo l'inferno. Pensavo si dovesse ragionare su una guerra continua al territorio».
Partendo dal mare: C'era il mare,Mar ghe gera.
«C'era... era una cosa bella. C'era un sistema, c'era un equilibrio. Se lo si rompe senza visione, si rischia il disastro».
Stucky stavolta divide il campo con la collega Luana Bertelli.
«Luana è nata scrivendo. È comparsa in Pericolo giallo, era solo una telefonata. Adesso si è presa spazio e l'ho seguita. Mi ha davvero preso la mano e vorrei anche farla camminare da sola».
Nel libro si parla anche degli operai sfruttati, dello schiavismo fatto passare per mercato.
«Accanto agli operai esistono anche miriadi di persone che dormono dove possono e vengono chiamate a lavorare a giornata. Ai tempi di mio padre gli operai erano tutti veneti e tutti sindacalizzati, adesso il mercato ha cambiato le regole».
I cattivi di turno sono in balia del rancore, altro tema attuale.
«È il tema politico di adesso. Il rancore è come un selfie, un'istantanea della rabbia. Nel libro c'è la compagnia del rancore che ammazza la memoria, il ragionamento, perchè non vuole sentire niente, vuole solo l'attimo. Il rancore è un contagio tremendo. È l'urlo degli sconfitti che non hanno un'idea del mondo, non cercano soluzioni, ma vogliono solo sfogare l'odio. È il cervello del rettile: scatto, mordo e anniento».
Il suo è uno sguardo politico.
«Sì, perché parlo della nostra difficoltà di fare polis. Il rancoroso è circondato da nemici, è spaventato e odia, e dà la colpa al mondo attorno. Bisogna cambiare sguardo».
Chiara Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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