Nuovo Accademia: vita più lunga ispezioni facili e stop lucchetti

Mercoledì 22 Agosto 2018
Nuovo Accademia: vita più lunga ispezioni facili e stop lucchetti
RESTAURO CONCLUSO
VENEZIA La data della riapertura è slittata di un paio di giorni, ma sempre in tempo prima che la città subisca l'invasione del turismo tradizionalmente d'élite della Mostra del cinema e della Regata Storica. Il ponte dell'Accademia è stato completamente rifatto nella parte lignea e risanato/ricostruito nella parte metallica secondo quanto era stato previsto nel progetto. Ora è già perfettamente percorribile al centro, ma non ai due lati, che saranno scoperti mercoledì 29 alle 10 alla presenza delle massime autorità cittadine e, si parla, anche dello schivo mecenate Leonardo Delvecchio, che ha donato di tasca sua la cifra necessaria senza pretendere o chiedere nulla in ritorno di immagine.
I SEGRETI
L'unica parte nascosta, che siamo in grado però di mostrare in anteprima sono le balaustre, che sono state dotate di un corrimano a prova di lucchetto, visto che sul vecchio ponte la ferraglia aveva raggiunto il peso di svariati quintali e doveva essere periodicamente rimossa per non compromettere la statica dell'arco metallico. Non è l'unico aspetto nuovo senza risvolti esteriori. Tutto il ponte, infatti, grazie a questo restauro risulterà più durevole e meno bisognoso di manutenzione. A sovrintenedere il cantieri, anche ieri c'era il direttore dei lavori Giovanni Salmistrari che, con il direttore dei Lavori pubblici del Comune, Simone Agrondi aveva subito segnalato la pessima conservazione delle sovrastrutture in legno e una cattiva conservazione della struttura metallica portante del 1948.
I lavori erano partiti lo scorso ottobre e sono stati caratterizzati dal fatto che il ponte è stato sempre parzialmente attraversabile, senza quindi la necessità di costruire (come accaduto trent'anni prima) una struttura provvisoria. Era stato subito affrontato il tema delle travi in ferro risultate in corso d'opera più usurate del previsto. C'era ruggine dappertutto e i tecnici del Comune avevano deciso di sostituirle tutte e 38 con travi aperte, per facilitarne ispezione e manutenzione future, laddove quelle esistenti e risalenti al restauro del 1984 erano scatolari, ovvero a sezione rettangolare, impedendo ogni forma di indagine interna. Solamente le teste delle travi sono piene per non modificare l'aspetto esteriore del ponte e comunque facilmente sostituibili in futuro, perché anch'esse imbullonate e non saldate.
LA STRUTTURA
L'arco in acciaio del 1948 è stato solo restaurato e ridipinto di grigio-verde, come prescritto dalla Soprintendenza. I legni utilizzati per la sovrastruttura sono stati trattati in modo da essere più durevoli nel tempo rispetto alla versione precedente. Le varietà usate sono il rovere per le parti strutturali, il larice europeo per il resto del ponte e il larice siberiano, che è più compatto e dunque più resistente, per i gradini.
Sono stati poi presi degli accorgimenti particolari per evitare il ristagno dell'acqua piovana sulle strutture lignee, che sarebbe in grado di farle rapidamente marcire. Anche nei corrimano, per evitare la colatura dell'acqua sui montanti, sono state fatte delle scanalature per far defluire l'acqua. Sono state poi rifatti gli alloggiamenti dei sottoservizi e Veritas, ad esempio, ha dotato la propria tubatura della cosiddetta calza, ossia un rivestimento interno che facilità la manutenzione senza dover sostituire l'intero tubo.
I COSTI
Malgrado ci siano stati circa 400mila euro di maggiori costi dovuti ad uno stato di conservazione impossibile da verificare con le prospezioni preliminari, i lavori delle ditte Pasqualucci e Salmistrari sono rimasti all'interno del quadro economico del milione e 700mila euro, che è la cifra donata al Comune dal boss dell'occhialeria mondiale, che da veneto di Agordo, ha così mostrato il suo amore per Venezia.
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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