«Non è un'operazione semplice, cercate soluzioni di avanguardia»

Mercoledì 21 Marzo 2018
IL CURATORE
Professor Francesco Dal Co che criteri la hanno ispirata per individuare i dieci architetti che hanno firmato i progetti?
«Confesso che non è stata una operazione semplice. Scegliere non è facile. Ho cercato di avere una visione generale, di quello che è lo stato dell'architettura in tutto il mondo. Ho scelto persone sperimentate e in grado di utilizzare soluzioni particolari, di avanguardia, e poi altri giovani provenienti da Paesi di periferia».
Può fare una stima delle spese?
«Siamo attorno ai 400 mila euro. Non è tanto. A questo va aggiunto il lavoro che viene fatto gratuitamente da tantissime persone e poi anche gli investimenti diretti degli architetti per i loro progetti, alcuni dei quali piuttosto impegnativi».
Sono pochissime le donne
«Purtroppo si, ne abbiamo solo due su otto. La storia dell'architettura ahimè è stata scritta dagli uomini ma fortunatamente le cose stanno cambiando. Anzi, penso sia necessario che cambino».
Quale è il progetto più complicato da realizzare?
«Sicuramente quello di Smilian Radic Clarke, il cileno. E' davvero complicato. Si tratta di un tronco di cono pensato in cemento sottile, con un tetto di vetro. Inizialmente si pensava a una struttura da gettare in opera, ma doveva essere qualcosa di sottilissimo. Si è arrivati a utilizzare l'uso del pluriball, il materiale plastico che si usa per gli imbalalggi, mettendolo sotto la cassaforma in modo che il cemento avesse delle gocciolature, delle semisfere incise. Sono riusciti ad avere uno spessore molto sottili».
Finita la Biennale che fine faranno queste cappelle, visto che sono state pensate per essere smontate e rimontate ovunque?
«Non si è ancora affrontato questo aspetto. Personalmente penso che resteranno sull'isola di san Giorgio. E' vero che sono tutte smontabili, ma di fatto costerà di meno rifarle uguali altrove».
Le cappelle commissionate dalla Santa Sede sono consacrate?
«Al momento no. Naturalmente tutti i progetti hanno l'elemento della croce che in qualche modo emerge, è comune. Gli elementi di arredo che avevamo richiesto erano l'ambone e l'altare ma non tutti gli architetti ne hanno tenuto conto. C'era la più ampia libertà nell'individuare percorsi creativi. Nella cappella di Fujimori c'è però un altro elemento in più ma sarà una sorpresa».
Fra.Gia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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