Niente carcere per Maritan

Sabato 3 Ottobre 2020
Niente carcere per Maritan
SAN DONÀ
L'unico del trio che è rimasto ancora fuori è Luciano detto Cianetto. Perché Silvano Maritan è in carcere e deve scontare 14 anni per omicidio, mentre al fratello Lino, padre di Cianetto Maritan, ieri i carabinieri hanno notificato un ordine del Tribunale che lo costringe a stare chiuso in casa per 1 anno, 8 mesi e 9 giorni. Lino Maritan, 79 anni, in realtà avrebbe dovuto raggiungere in carcere il fratello Silvano 75 anni ma in considerazione sia dell'età che delle sue condizioni di salute, la pena la sconterà a casa, a San Donà di Piave. Si tratta di un periodo che passerà dunque agli arresti domiciliari in considerazione del fatto che aveva patteggiato - e non scontato - 2 anni di reclusione per droga. Nel 2012 infatti i carabinieri avevano ammanettato una dozzina di persone coinvolte in un traffico di cocaina e fra questi c'era anche Lino Maritan, che è sempre vissuto all'ombra del fratello Silvano, abilissimo trafficante e capo della succursale di San Donà della mafia del Brenta di Felice Maniero.
SPECIALITÀ DI FAMIGLIA
Del resto la famiglia Maritan da sempre è specializzata nel traffico di cocaina, con la quale ha inondato le discoteche del litorale veneziano. Un fiume di polvere bianca che ha messo nei guai varie volte il trio - Silvano, Lino e Luciano - ma gli arresti non hanno mai fermato gli affari. Tant'è che, quando Silvano era detenuto, era Lino che continuava il business, alcune volte assieme al figlio. Del resto, nonostante gli anni passati in carcere nessuno aveva mai messo in dubbio l'autorità di Silvano Maritan, il vero capo, l'unico in grado di fare accordi alla pari con camorra e ndrangheta. Ed era stato lo stesso Silvano Maritan ad aprire la strada negli anni 80 all'arrivo, a San Donà di Piave, del camorrista Domenico Celardo il quale a sua volta aveva spianato la strada all'arrivo dei casalesi guidati da Luciano Donadio, il boss di Eralcea che è a processo in questi giorni per associazione a delinquere di stampo mafioso. Ecco perché nelle carte dell'inchiesta di Eraclea troviamo anche il nome di Luciano Maritan, il quale, assieme al figlio di Mimmo Celardo pare obbedisse agli ordini di Donadio, diventato sempre più potente, al punto da mettere in discussione la supremazia dei Maritan.
SEMPRE IN AFFARI
Peraltro nel 2016, quando era uscito dall'ennesimo periodo di detenzione, Silvano Maritan aveva ripreso in mano le redini del business, salvo tornare di nuovi in carcere per l'omicidio di Alessandro Lovisetto, un malavitoso di piccolo cabotaggio che una sera lo aveva affrontato per una questione di gelosia dal momento che la fidanzata di Lovisetto era stata in precedenza la fidanzata di Maritan. Per difendersi dall'attacco Silvano Maritan aveva usato un coltello che, nelle fasi concitate della colluttazione, aveva reciso la carotide di Lovisetto. E Silvano Maritan era stato condannato a 14 anni di carcere. Adesso anche il fratello è di fatto in carcere, anche se a casa sua, mentre Luciano Maritan resta per ora l'unico in libertà.
Maurizio Dianese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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