Nelle accese polemiche, sorte a seguito del default delle Popolari venete, si è

Giovedì 21 Giugno 2018
Nelle accese polemiche, sorte a seguito del default delle Popolari venete, si è puntato l'indice anche sulla carenza dei controlli della Banca d'Italia e di Consob. La prima con l'obiettivo di controllare l'operato della banca, il secondo vigilando sulla emissione dei prodotti finanziari. Si denunciava, inoltre, la mancanza di collaborazione tra le due autorità. È capitato quindi a proposito il tradizionale incontro annuale di Consob con la comunità finanziaria che ha visto l'esordio del neo presidente, Mario Nava. Un vento di aria fresca suscita il programma di azione presentato, che mira a rilanciare il mercato italiano e il ruolo dell'Autorità di vigilanza in termini proattivi, monitorando e orientando i comportamenti verso prassi virtuose. Tra l'altro, alcuni giorni fa è stato stilato l'accordo di collaborazione con Banca d'Italia facendo tesoro degli spunti emersi dal lavoro della Commissione bicamerale d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Nella sua introduzione il Presidente Nava non poteva non ricordare l'arretratezza del nostro settore finanziario rispetto agli altri paesi dell'eurozona. L'Italia è la nona economia al mondo, ma solo la diciassettesima piazza finanziaria. La capitalizzazione di borsa è pari al 37% del Pil contro il 62% dell'area euro e il mercato è banco centrico col settore finanziario che rappresenta l'11% del Pil, ma pesa per il 30% sul listino. Nell'illustrare le linee di intervento il Presidente ha posto l'accento sul necessario passaggio dal debito ai mezzi propri, incoraggiando il ricorso a fonti di finanziamento complementari e alternativi al credito bancario. Abbiamo già segnalato che alcune medie imprese si stanno ora indirizzando verso la Borsa. L'altro giorno è stata la volta della Carel di Padova, azienda di sistemi per il condizionamento. Queste imprese stanno avvertendo l'opportunità di svincolarsi dalle banche, di aprire il capitale a terzi e di creare una struttura finanziaria solida in grado di affrontare meglio i rischi crescenti di mercato. La stessa Confindustria propone di attivare una piattaforma di servizi che accompagni queste imprese nei loro percorsi di crescita convincendo, anche grazie ad interventi normativi, una certa tipologia di investitori, come fondi pensione o le casse di previdenza, ad investire in queste realtà. Un adeguato volume di mezzi propri è una buona norma da attuare affinché l'impresa sia meno dipendente dal sistema bancario. Abbiamo visto cosa sta succedendo in alcune imprese come Fabbian e Zara che si erano troppo legate alle Popolari fallite. La crisi delle banche ha trascinato alcune aziende sconsiderate che sono andate al di là dei limiti che dovevano ragionevolmente porre nel rapporto con la banca. Ben venga quindi l'azione della nuova Consob che intende diffondere la conoscenza da parte delle imprese delle opportunità che la quotazione offre ma procedendo anche ad una semplificazione delle vie per quotarsi in borsa. Occorre d'altro canto riconquistare la fiducia degli investitori, anche se la tutela del risparmio non può significare l'azzeramento del rischio. Importante è che l'investimento sia consapevole!
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