Natura in posa a Treviso

Giovedì 20 Giugno 2019
Natura in posa a Treviso
L'ESPOSIZIONE
dal nostro inviato
VIENNA
Non chiamatela Natura morta, quei dipinti sono più vivi che mai e per Treviso rappresentano l'inizio di una nuova era. Quella delle grandi mostre internazionali costruite su misura, parola del sindaco Mario Conte. Non è da tutti, in fondo, scommettere su soggetti così unici e particolari come le Nature morte e trasformarle non soltanto in un percorso espositivo, ma in un'esperienza emozionale in grado di aprire lo sguardo, per riflettere con consapevolezza sullo scorrere del tempo e sulla caducità della vita. Parte da queste suggestioni Natura in posa, capolavori dal Kunsthistorisches Museum di Vienna in dialogo con la fotografia contemporanea in programma a Treviso dal 30 novembre al 31 maggio 2020 nella sede di Santa Caterina e presentata ieri all'istituto italiano di Cultura nella capitale austriaca dalle curatrici Francesca Del Torre, Gerlinde Gruber e Sabine Penot, insieme all'organizzatore Civita Tre Venezia (Emanuela Bassetti), il sindaco Conte e l'assessore alla cultura Lavinia Colonna Preti.
LE OPERE
I 50 capolavori che approderanno a Treviso il prossimo autunno invitano il pubblico ad esplorare uno dei generi più in voga nella pittura europea tra Cinquecento e il Seicento. Dai depositi del Kunst usciranno per la prima volta, e in prima europea, opere di Francesco Bassano, Jan Brueghel, Pieter Claesz, Willem Claesz Heda, Jan Weenix, Gerad Dou, Evaristo Baschenis, Gasparo Lopez dei Fiori, Elisabetta Marchioni. «Volevamo spiegare la modernità del progetto attraverso una stimolante scelta di opere che riflettono sì sul loro tempo ma si aprono anche al contemporaneo - spiega la curatrice Del Torre proprio per questo alla selezione dei dipinti si affianca, in un ideale dialogo, una sezione dedicata alla foto contemporanea curata da Denis Curti dei Tre Oci di Venezia, che testimonia come il tema della natura in posa sia presente negli scatti di celebri artisti come David LaChapelle, Robert Mapplethorpe, Martin Parr, Araki, Vimercati e Hans Op De Beeck.
L'IDEA
La parola chiave, in fondo, sta tutta in quel termine Still life, molto più appropriato dell'italiano natura morta, perchè abbraccia la natura in posa, o meglio, soggetti disposti ad arte e ritratti dal vero, come spiega Del Torre. Ecco allora frutta, fiori, crostacei, pesci e selvaggina, libri, strumenti musicali, teschi, perle, libri, oggetti che tornano a prendere vita spingendo il visitatore a osservarne dettagli, piccole variazioni di tono o sfumature di colore, percorsi della luce, riflessi oscurità. «L'invito è entrare in queste opere, osservarle da vicino, prendendosi tutto il tempo necessario avverte la curatrice -. Per contemplare la vita silenziosa del soggetto ritratto, i suoi innumerevoli particolari. Ogni still life è ricca di riflessioni sulla caducità delle cose umane, sulla vita stessa che scorre, sul tempo che è trascorso e che mai si ripeterà». Il percorso muove dalla seconda metà del 500 con dipinti che abbracciano scene di mercato e rappresentazioni delle stagioni di Francesco Bassano e Lodovico Pozzoserrato (saranno collocate nella Sala delle Colonne di Santa Caterina), per poi approdare nei territori dei fiamminghi, con Frederick van Valckenborch e Jan Baptist Saive il vecchio, dove la creatività si affina ulteriormente per raffigurare scene di caccia, mazzi di fiori, tavole apparecchiate. Infine, i maestri, come Jan Brueghel, di Pieter Claesz, Willem Claesz Heda, Jan Weenix, Gerard Douò, le nature morte italiane firmate da Baschenis, Gasparo Lopez dei Fiori, Elisabetta Marchioni. La mostra si chiuderà con Allegoria dell'Europa di Ferdinand van Kessel (1689).
LA CITTÀ
Costata poco più di un milione di euro, come conferma Emanuela Bassetti, presidente di Civita Tre Venezie, Natura in posa rappresenta una sfida per l'amministrazione Conte. «È il primo passo di un ampio progetto pluriennale che comprenderà almeno cinque mostre costruite su misura per la nostra città - conferma il sindaco che sogna di attirare a Treviso almeno 150mila visitatori -. Il primo legame l'abbiamo stretto con Vienna, poi si cambierà. Abbiamo già avviato contatti con Londra e Parigi per il futuro e puntiamo alla candidatura a capitale italiana della cultura per il 2021. Nel frattempo, Conte sogna anche piccole mostre diffuse che possano legarsi a Natura in posa, piani turistici ad hoc concordati con Camera di Commercio, il consorzio Marca Treviso e quello del Prosecco, l'aeroporto Canova. «Pensiamo a un modello di turista giovane ma non solo, abituato a viaggiare, colto, interconnesso, che non si accontenta del turismo di massa ma cerca l'originalità conferma Emanuela Bassetti, presidente di Civita Tre Venezie non a caso il New York Times, poco tempo fa, ha definito Treviso meta ideale per sfuggire al caos di Venezia. Questa mostra può offrire la risposta».
Non è un caso, allora, che il lancio di Natura in posa parta proprio da Vienna, e dal Kunsthistoriches Museum disposto a far uscire quei 50 dipinti finora custoditi nei suoi depositi. «Sono veri e propri capolavori assicura Colonna Preti indicando il mazzo di fiori in un vaso blu di Brueghel, per lei un vero e proprio colpo di fulmine, che l' ha spinta ad abbracciare il progetto - Queste opere dialogheranno non soltanto con le fotografie, ma anche con la pinacoteca di Santa Caterina. Un modo per raccontare la nostra storia aprendoci al mondo. Senza mai dimenticare, però, la nostra dimensione cittadina. Questa mostra ha un carattere intimo e contemplativo, ci invita a riflettere sulla vita proprio in momento storico in cui siamo travolti dalla velocità».
Chiara Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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