MUSILE DI PIAVE
Una perizia per stabilire se il rispetto del limite di velocità

Mercoledì 8 Gennaio 2020
MUSILE DI PIAVE Una perizia per stabilire se il rispetto del limite di velocità
MUSILE DI PIAVE
Una perizia per stabilire se il rispetto del limite di velocità avrebbe potuto salvare la vita ai quattro ventunenni annegati a Musile, dopo che la loro vettura, speronata dalla Golf condotta da un elettricista ventisettenne, il romeno Marius Alin Marinica, volò nella acque del canale che costeggia via Pesarona, a Ca' Nani di Jesolo.
Il giudice per l'udienza preliminare di Venezia, Barbara Lancieri, ha affidato ieri l'incarico all'ingegnera di Rovigo, Cristina Geddo, che inizierà le operazioni peritali il prossimo 22 gennaio, affiancata dai consulenti nominati dal pm Giovanni Gasparini (ingegner Mario Piacenti), dall'avvocato Rodolfo Marigonda per l'imputato (ing. Davide Pavon) e dai difensori dei familiari delle vittime, assistiti dagli avvocati Guido Simonetti, Leonardo De Luca, Simone Zancani e Fabiola Ceolin (Pierluigi Zamuner, Giuseppe Ferro e Riccardo Bonaventura).
LA VELOCITÀ
A chiedere l'accertamento tecnico è stata la difesa di Marinica, la cui vettura, lanciata a 100 chilometri all'ora, rientrò da un sorpasso stringendo troppo ed entrando in collisione con la Ford Fiesta condotta da Riccardo Laugeni, a bordo della quale viaggiavano anche Eleonora Frasson, Leonardo Girardi e Giovanni Mattiuzzo (tutti morti nella carambola fatale) e Giorgia Diral, unica sopravvissuta. La responsabilità di Marinica, poi datosi alla fuga, è fuori discussione. Ma l'avvocato Marigonda vuole capire se quei 5/10 chilometri all'ora in eccesso (rispetto al limite di 70) con cui correva Laugeni avrebbe potuto cambiare la dinamica, consentendo alla sua auto di fermarsi prima di finire nel canale. In caso affermativo si potrebbe configurare un parziale concorso di colpa a carico e dunque una pena meno severa per Marinica. Secondo il consulente della Procura la colpa è integralmente del ventisettenne. Il perito nominato dal giudice avrà tempo 90 giorni e i risultati degli accertamenti saranno discussi nell'udienza fissata per il prossimo 29 aprile.
Inizialmente la difesa aveva cercato di chiudere il processo con il patteggiamento a 5 anni di reclusione, ma la proposta non ha avuto il consenso del pubblico ministero e l'avvocato Marigonda ha scelto il processo con rito abbreviato, condizionato dalla perizia sulla velocità della Ford Fiesta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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