«Musica tra rock e lirica»

Venerdì 4 Dicembre 2020
«Musica tra rock e lirica»
IL RACCONTO
Difficile dimenticare «lo zio Mario» che racconta in famiglia la sua strana avventura, quando venne scambiato per un ricercato messicano e bloccato dalla polizia. Donella Del Monaco ride ancora immaginando la scena, «ha provato a spiegare di essere un cantante, ma niente. Si è persino messo a cantare perchè gli credessero». Ecco poi «lo zio Mario» che armeggia sui registratori con il fratello Marcello, «avevano una passione assoluta per la tecnologia e passavano mezze giornate a trafficare, si divertivano come matti». E che dire delle vacanze nella villa di Lancenigo? «Non si usava andare al mare o in montagna, ma si stava là, c'era la piscina e si facevano pranzi all'aperto con grandi conversazioni sull'opera e sulla musica».
L'IDEA
Sarà per questo che Donella Del Monaco, nipote e figlia d'arte trevigiana, cantante a sua volta ma anche autrice-ricercatrice nella musica d'avanguardia e nell'antica cultura musicale veneta, ha deciso di rendere omaggio al padre Marcello, scomparso 30 anni fa, ma anche al celebre zio tenore con Marcello Del Monaco, il maestro dei tenori (Diastema ed), un libro che non soltanto spazia tra le memorie inedite della famiglia, ma esplora genesi e struttura della tecnica vocale Del Monaco-Melocchi «ancor oggi al centro di un ampio dibattito». Perché Marcello, di 4 anni più giovane di Mario, fu un importante insegnante di perfezionamento vocale che sapeva «intravedere il talento e formarlo - ricorda Donella - prendeva soltanto chi riteneva potesse fare carriera. Era molto serio, si prendeva questa responsabilità. Diceva: Se vi prendo, avrete la possibilità di vivere col vostro lavoro». Il libro, così, ripercorre il legame tra Mario e Marcello, riflette sulla tecnica vocale con uno degli ultimi allievi di Marcello, Antonio Marcenò; raccoglie le interviste di Elena Filini a celebri allievi, le riflessioni di Franco Fussi, i ricordi del fratello Alberto e del figlio di Mario, Giancarlo regista d'opera di fama. Infine, due cd con le registrazioni live inedite di arie d'opera cantate dai più importanti allievi di Marcello (Murgu, Cecchele, Carroli, Mori). Nel libro Donella inserisce anche un'intervista di Marcello al fratello maggiore-celebrità: «Parlavano dei requisiti necessari per far carriera nella lirica. Mio zio diceva che la voce era importante, ma era uno degli ingredienti per poter reggere il mercato dell'opera. Un cantante, per lui, doveva essere anche manager di se stesso, un personaggio pubblico. ».
SEGRETI PRIVATI
Tanto che, quando decise di provare a cantare, Donella preferì far tutto in segreto. Si era già laureata in architettura, stava persino lavorando come assistente al Cnr, «eppure sentivo che mi mancava qualcosa. E una sera, a un concerto di Salvatore Accardo al concorso di violino di Vittorio Veneto, vedendolo sul palco con gli occhi chiusi, capii che volevo sentire quello stato di pienezza nella musica. Con il canto. Ma non avevo coraggio di dirlo in casa». Così di nascosto Donella crea il proprio gruppo, che dura ancora, l'Opus Avantra, «e di nascosto faccio il primo disco, un lp di rock progressive, Introspezione, era il 1974. Quando è uscito, il negozio Ricordi di Treviso lo mette in tutta la vetrina - ricorda Donella - . Mio zio Mario entra per caso, il direttore del negozio gli chiede se mi conosceva. Lui resta di sasso, chiama mio papà che a sua volta non sa nulla. Così mi convocano, devo andare a Lancenigo col disco per farlo sentire a tutti. Era un disco di avanguardia, strano per una mentalità operistica. Tremo. Alla fine zio Mario mi dice beh, brava... hai fatto una cosa originale. Sento che la voce ha musicalità, ma devi studiare e andare avanti».
Chiara Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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