MUSICA CLASSICA
Il 12 marzo 1771 giungeva a Padova, proveniente in burchiello

Martedì 9 Marzo 2021
MUSICA CLASSICA
Il 12 marzo 1771 giungeva a Padova, proveniente in burchiello da Venezia, il quindicenne Wolfgang Amadeus Mozart accompagnato dal padre Leopold; qui, dopo aver visitato la citta, suonato l'organo della chiesa di Santa Giustina e incontrato i notabili locali, ricevette la commissione per la composizione dell'oratorio sacro Betulia liberata. A distanza di 250 anni, l'Orchestra di Padova e del Veneto celebra la ricorrenza con alcuni appuntamenti venerdì 12 e sabato 13 marzo che culmineranno in un concerto il cui protagonista sarà il greco Leonidas Kavakos, stella del violinismo internazionale che ritorna a Padova a quindici anni dal suo primo concerto con la OPV, questa volta anche in veste di maestro concertatore. «L'orchestra che trovo oggi ha un suono più giovane rispetto a quella con cui mi esibii all'epoca dice Kavakos ed è davvero in ottima forma». Interamente mozartiano il programma. «Eseguiremo l'ouverture della poco conosciuta Betulia liberata prosegue a cui farà seguito il concerto per violino e orchestra K 218, che è il penultimo dei concerti per violino, un'opera matura che tuttavia conserva un'aria di freschezza giovanile.
IL GENIO DI MOZART
Concluderemo il programma con la sinfonia Jupiter, che è la summa del suo genio, nella quale un materiale sonoro in apparenza semplice si sviluppa raggiungendo vette assolute. Mozart, insieme a Bach, appartiene alla schiera dei pochi eletti capaci di portare il suono a livelli siderali rendendolo comunque sempre comprensibile; nei suoi autografi non ci sono correzioni, come se qualcuno gli dettasse la musica da un'altra dimensione». Kavakos si trova a vivere un'esperienza completamente differente rispetto alla precedente, quando si esibì davanti al pubblico e non in streaming il concerto sarà trasmesso sulla piattaforma digitale www.opvlive.it oltre che sui canali Youtube e Facebook della OPV : «Trovo ingiusta la mancanza di un uditorio in carne ed ossa. È provato che si possano fare concerti in presenza seguendo protocolli di sicurezza ben sperimentati, ma i governi sembrano non voler capire che la musica può davvero aiutare la gente a superare le ansie di questo periodo difficilissimo».
Alessandro Cammarano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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