Mummia arrestato, ora resterà in carcere

Sabato 23 Gennaio 2021
Mummia arrestato, ora resterà in carcere
IL CASO
MESTRE Almeno per 1 anno, 10 mesi e 27 giorni Mohammed Drammeh, 36 anni della Sierra Leone, per tutti semplicemente il Mummia, non darà più fastidio. Ieri pomeriggio infatti il Mummia è stato arrestato dagli agenti della squadra volanti della questura che l'hanno rintracciato al parco Albanese della Bissuola, dove viveva prima di novembre e dov'era tornato dopo aver passato 90 giorni nel centro per il rimpatrio di Macomer, in provincia di Nuoro, e aver scampato il ritorno in Africa per via di un corto circuito legato alla mancanza di accordi tra Italia e Sierra Leone per il riconoscimento degli espulsi. Così Drammeh, scaduti i termini della custodia - cioè 90 giorni - è stato rimesso in libertà. In Italia. E lui, che aveva eletto Mestre come suo luogo naturale, a Mestre ha fatto ritorno, con annessi lunotti in frantumi delle macchine parcheggiate a bordo strada.
L'ARRESTO
Ad aprirgli le porte del carcere di Santa Maria Maggiore è stata la procura di Venezia che ha emesso un ordine di carcerazione nei confronti del trentaseienne, fermato mercoledì dagli agenti della polizia locale e giovedì dai poliziotti delle volanti. Su di lui pesavano alcune condanne già passate in giudicato per un totale di 1 anno, 10 mesi e 27 giorni legate ad una serie di fatti tra giugno e agosto: resistenze a pubblico ufficiale, lesioni, danneggiamento, percosse e furti. E, in piena emergenza Covid, per aver sputato addosso a donne e bambini che incontrava a passeggio nel parco della Bissuola. Tutti comportamenti che hanno spinto Procura e divisione anticrimine della questura a dichiarare la pericolosità sociale di Drammeh, anche alla luce dei fatti degli ultimi giorni, quando era tornato a far saltare i lunotti delle auto parcheggiate aumentando il proprio score personale che già vantava una cinquantina di macchine con vetri infranti. Così ieri, senza aspettare il cumulo pena a 3 anni, la procura gli ha revocato la concessione della sospensione condizionale della pena e ha dato il disco verde al suo arresto.
LA PREOCCUPAZIONE
L'arresto del Mummia arriva alla fine di una giornata nella quale la notizia del suo nuovo approdo a Mestre aveva infiammato le reazioni sul web dove c'era chi - senza tanti mezzi termini - gli augurava il peggio. «Questo - ha commentato il comandante della polizia locale, Marco Agostini - può causare dei problemi perché c'è il rischio che la gente, stanca ed esasperata dai suoi comportamenti, si faccia giustizia da sola».
È da cinque anni che il Mummia è una presenza fissa dell'area del parco Albanese. Spacciatore, attaccabrighe e vandalo, oltre a spaccare i vetri delle auto parcheggiate, anche gli sputi durante il lockdown. I suoi primi movimenti in Italia risalgono al 2016, anno in cui, a novembre, aveva presentato richiesta di protezione internazionale a Venezia. Da qui, una lunga carrellata di denunce e arresti: nel 2017 il 35enne è stato denunciato tre volte per spaccio e resistenza a pubblico ufficiale, nel 2018 è stato segnalato alla procura altrettante volte per molestia, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento, spaccio di stupefacenti, nel 2019 per lui sono scattate le manette per spaccio e una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. Oltre ai danneggiamenti di un'auto della polizia locale e di una cella di sicurezza. A novembre l'arresto per i lunotti delle auto fatti esplodere, il trasferimento in Sardegna e l'espulsione saltata per la mancanza dell'accordo. Inespellibile, ma da ieri in carcere.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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