Mostra su animali, scatta la protesta

Mercoledì 4 Aprile 2018
LA POLEMICA
VENEZIA Animali imbalsamati e impiccati in vetrina, scoppia la polemica degli animalisti del Gruppo Vegan Venezia. Ha aperto il 29 marzo, a Santa Maria del Giglio, la mostra Inanimus, un bestiario contemporaneo. Un'esposizione già allestita a Padova e a Parma.
L'ACCUSA
«Ci è stato segnalato da diverse persone, con indignazione, che in un negozio ai piedi del Ponte delle Ostreghe - scrive Cristina Romieri, del Gruppo Vegan Venezia - sono esposti animali imbalsamati, quali una testa di maiale, due ermellini impiccati, un riccio su una sorta di carrellino, ecc. Riteniamo che questa funerea esposizione di corpi ridicolizzati neghi ogni dignità agli animali, li offenda e non educhi al necessario rispetto per loro, creando anzi, in generale, orrore o compassionevole sofferenza». E aggiunge: «Crediamo che l'intento sia, in definitiva e ancora una volta, quello di stupire e spettacolarizzare e non quello di denunciare le violenze e le sopraffazioni nei loro confronti». I corpi degli animali esposti, recita un cartello fuori dalla mostra, sono morti per cause naturali. Dopo la segnalazione, i vigili urbani sono andati a svolgere un controllo, suggerendo alla dipendente di spostare dalla vetrina i pezzi che potevano turbare la sensibilità dei passanti, come il visone impiccato.
LA REPLICA
A rispondere agli animalisti è il curatore della mostra, Carlo Eleuteri: «Vorrei far osservare a chi polemizza sulla mostra Inanimus, il messaggio che l'artista Alberto Michelon svela al lettore ha origine dal massimo rispetto dell'animale, sempre morto di morte naturale e offertogli, nel caso della tigre e della leonessa, dagli zoo. Le opere portano dei titoli che, se letti attentamente, sono delle chiare e evidenti denunce circa la sopraffazione degli animali, vedi l'opera Testamento biologico (due visoni impiccati e una pelliccia di visone) e fiorir di nuove idee sul cibo (tre crani di animali di allevamento intensivo ad uso alimentare)». Inoltre: «Spiace vedere che una lettura della mostra superficiale e poco approfondita non sia al contrario motivo di condivisione delle tematiche che l'artista espone e propone con grande fantasia, profondità e capacità tecnica». (g.pra.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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