Mose, cantieri sdoppiati tra Arsenale e Marghera

Mercoledì 26 Settembre 2018
IL CANTIERE
VENEZIA Trasferire la manutenzione pesante delle paratoie a Marghera, ma lasciare all'Arsenale la cantieristica navale. I cantieri del Mose potrebbero sdoppiarsi. È l'ipotesi a cui sta lavorando il Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto, dopo aver formalizzato lo stop dei lavori all'Arsenale. Un passaggio annunciato, in attesa di quell'analisi costi-benefici che rimetterà a confronto i bacini veneziani con l'ex area Pagnan di Porto Marghera. E non è detto che il confronto porti ad un abbandono dell'Arsenale novissimo, anzi. «Alcune lavorazioni dei mezzi navali le vorrei lasciare all'Arsenale comunque - spiega il provveditore Roberto Linetti - Ci sono i bacini e le strutture di carenaggio che possono essere utilizzate, non per la manutenzione delle paratoie, ma per quella di altre navi, ad esempio lo stesso jackup. Qui non si tratta di scappare dall'Arsenale, ma di lasciare attività che diano un valore aggiunto e magari attirino altre realtà. Mentre la manutenzione pesante delle paratoie può essere trasferita in un'area più vocata a questo tipo di lavorazioni». Tutti elementi che saranno soppesati nell'analisi costi-benefici.
CANTIERE FERMO
Intanto, all'indomani dell'annunciato stop, ieri il cantiere dell'Arsenale nord era deserto. Una situazione in realtà non nuova per quest'area dove la Mantovani aveva ripreso i lavori nel febbraio scorso, dopo una lunga trattativa con il Consorzio Venezia Nuova, mediata anche dalla Prefettura, sull'onda dei licenziamenti annunciati dalla società padovana. Ebbene, in quasi otto mesi di cantiere, i lavori fatti sono stati molto pochi. 267mila euro di opere prodotte al 30 giugno scorso - stando ai dati del Cvn - a fronte di 4,3 milioni anticipati alla società. E anche questo ha spinto il Provveditorato ad avviare l'analisi costi-benefici che ha rimesso in pista l'ex area Pagnan.
Allo stato, all'Arsenale, di completato c'è il capannone a fianco del bacino grande di carenaggio. Davanti si trova la spianata dove doveva sorgere l'enorme struttura destinata ai lavori di sverniciatura e verniciatura delle paratoie: recintata, vuota, qui l'unico lavoro fatto è stata la bonifica dagli ordigni bellici. Sullo sfondo la banchina dove è ormeggiato il jackup, la nave pronta per il trasporto delle paratoie. Ieri in tutta l'area si vedano solo un paio di operai. E Mantovani, anche nella sua nuova veste Coge-Mantovani, ha preferito il no comment.
IL SOPRALLUOGO
Chi si è visto ieri all'Arsenale è stato, invece, l'assessore regionale allo sviluppo economico, Roberto Marcato. Accompagnato dal provveditore Linetti ha visitato l'area dei bacini, ma è andato anche alle bocche di porto a vedere di persona le barriere. Una prima visita per l'assessore leghista, che non era mai stato nei cantieri della grande opera e voleva avere un quadro dello stato dei lavori. Nessun commento, però, al termine del sopralluogo, da parte di Marcato. Quella di ieri, per i suoi uffici, è stata una visita privata.
L'ATTESA
Un silenzio che la dice lunga sulla delicatezza del momento, con i lavori del Mose in dirittura d'arrivo, ma di fatto fermi o quasi. E con la tensione crescente tra il provveditore Linetti e i commissari del Cvn, Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, per lo stallo.
La stessa vicenda dell'Arsenale è emblematica. Fino a pochi mesi fa tutti sembravano concordi sulla scelta dei bacini come sede della manutenzione delle paratoie, osteggiata solo dalle associazioni del Forum Arsenale e dalla Municipalità. Il Comune, in particolare, si era speso per questa soluzione in nome dell'occupazione. Poi è arrivato il nuovo governo con i ministri 5 Stelle nei ruoli chiave. Ed ecco il nuovo cambio di strategia.
Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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