Mose, al Governo la lista delle spese

Martedì 8 Giugno 2021
SALVAGUARDIA
VENEZIA Giorni decisivi per il futuro del Mose e della salvaguardia lagunare in genere. L'attesa è soprattutto per la seduta a Roma del Comitato interministeriale Cipess, slittata a domani, che dovrebbe finalmente sbloccare i 538 milioni di mutui residui destinati agli interventi alle bocche porto e in laguna. Soldi freschi per rimettere in moto una macchina dei lavori che negli ultimi mesi si è definitivamente bloccata, a fronte della crisi conclamata del Consorzio Venezia Nuova e della conseguente procedura di ristrutturazione del debito avviata, un mese fa, dal liquidatore Massimo Miani. Questione nota, ma di soluzione assai complicata, anche per le tensioni che ancora segnano i rapporti ai vertici della governance del Mose. Ed ecco gli altri due appuntamenti della settimana: sempre domani, stavolta all'Arsenale, dove Miani ha convocato le consorziate, sul piede di guerra per la procedura in corso, in vista dell'udienza di dopo domani, in Tribunale a Venezia, in cui si dovrà discutere proprio della ristrutturazione. L'iniziale ipotesi di un taglio del 70% dei crediti delle consorziate - che rischiava di farne fallire molte - pare rientrata, ma a fronte di un accordo ancora da perfezionare tra Provveditorato e Cvn. Si vedrà...
LA RIPARTIZIONE
In ogni caso i soldi in arrivo dovrebbero facilitare le cose. Se ne parla da anni, di questi residui, ma lo sblocco non arrivava mai. Domani dovrebbe essere il giorno tanto atteso. Nei mesi scorsi è stato chiarito che questi fondi saranno assegnati al Provveditorato e destinati a nuove opere. Non potranno, insomma, essere usati per pagare i debiti del Cvn. Ma innescando nuovi lavori, dovrebbero rimettere in moto la produzione e ridare fiato a imprese e Consorzio. Il Provveditorato ha predisposto una ripartizione dei 538 milioni sulla base del loro utilizzo. Maxi-voci che - come si vede dalla tabella - non sono tutte destinate agli interventi alle bocche di porto. Ci sono 148 milioni per il Piano Euro, 40 per interventi di salvaguardia, 12 di interventi vari e monitoraggi ambientali. Circa 200 milioni, dunque, per interventi ambientali, di ricostruzione di barene e canali, ma anche per restauri, dal Lazzaretto Vecchio a Forte San Felice.
Il resto è più strettamente collegato all'opera Mose, tra completamenti (45 milioni), manutenzioni e avviamento (112) e criticità da risolvere (68). Una bella fetta se ne va per il sistema informativo e la control room dell'Arsenale (59). E altri venti per i mezzi speciali: dal jack up, alla cavalletta per la movimentazione delle paratoie, a quelli per il dragaggio. Fin qui la lista della spesa. Domani dovrà arrivare la confermata dal comitato ministeriale.
IL COMMENTO
«È un primo passo importante, il segnale anche di una ripartenza in modo equilibrato - il commento del deputato dem, Nicola Pellicani - Questi fondi non saranno infatti usati solo per i cantieri alle bocche di porto, ma anche per tanti altri interventi del sistema Mose in laguna. Daranno fiducia e anche una spinta positiva alla chiusura delle trattative tra Provveditorato, Cvn e imprese».
Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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