Moraglia: «Spero di incontrare il Papa»

Venerdì 19 Aprile 2019
I RITI PASQUALI
VENEZIA (a.spe.) Un saluto e un ricordo affettuoso a Papa Francesco «in attesa di poterlo incontrare». L'ha rivolto ieri monsignor Francesco Moraglia all'inizio dell'omelia della messa del crisma del giovedì santo nella basilica di San Marco, alla presenza del clero diocesano. Il Patriarca ha parlato del rischio della mediocrità del prete, contro la quale «l'antidoto sono l'amore, la verità e la preghiera». Quindi ha sottolineato l'importanza della guida spirituale nella vita dei sacerdoti e di ogni persona: «Oggi il servizio sacerdotale è più impegnativo che nel passato e come dice Papa Francesco si svolge sempre più nelle periferie, non solo materiali ma spirituali», ha affermato.
«Chiediamo al Signore ha proseguito che nel presbiterio fioriscano tali padri spirituali, un po' monaci, un po' missionari, persone di preghiera capaci di decidere ciò che è giusto nel momento opportuno, con coraggio e carità». Ma Moraglia ha specificato: «Per tale paternità non basta l'efficientismo decisionale, non basta conoscere la teologia e neanche possedere una forte e calda umanità; ci vuole la santità che non si improvvisa e ci è data con la preghiera prolungata, affrontando la vita serenamente, senza spirito polemico o aggressività, sapendo perdonare e soprattutto stando alla presenza di Dio. E si tratta di vincere il protagonismo di chi cerca visibilità improprie o ha il complesso del primo della classe. Il presbitero e il vescovo, seppur in modi diversi, sono pastori ma - è bene ricordarlo - rimangono anche e sempre pecorelle del Signore; solo Gesù è vero e unico pastore». Nel pomeriggio il Patriarca ha celebrato la Messa nella cena del Signore nel memoriale dell'istituzione del Sacramento dell'Eucarestia, con il rito della lavanda dei piedi a 12 persone bisognose seguite dalla Caritas diocesana.
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