«Mi chiamo Luciano Gatto, disegno paperi»

Lunedì 19 Agosto 2019
«Mi chiamo Luciano Gatto, disegno paperi»
CARTOON
Se Romano Scarpa e Giorgio Cavazzano sono i nomi più noti tra i disegnatori veneziani di casa Disney, con il primo accostato a grandi come Carl Barks e il secondo apprezzato anche da edizioni e autori stranieri, non meno amato è Luciano Gatto, prolifico fumettista che per quasi sessant'anni è stato fra i principali disegnatori di fumetti Disney italiani, firmando circa 600 storie, oltre ad altre serie a fumetti pubblicate in Italia e all'estero.
Nelle scorse settimane Gatto ha compito 85 anni e dal sestiere di Castello a Venezia, dove è nato e ha sempre vissuto, continua l'attività di disegnatore, anche se non più legato a personaggi come Topolino e Paperino. Causa l'età e la crisi dell'editoria che ha colpito anche gli albi per ragazzi, non è più collaboratore della Panini Comics, che ancora oggi pubblica le storie dei personaggi nati dalla fantasia di Walt Disney e dei suoi collaboratori, tanto che l'Italia è primo produttore di storie Disney al mondo.
Tuttavia Luciano, protagonista di una polemica nel mondo dei fumetti proprio per non aver accettato (alla pari del centrocampista della Roma, Daniele De Rossi) il pensionamento forzato, continua ad avere i suoi ammiratori, con i quali si tiene in contatto via Facebook e gestendo un personale sito web (www.luciano.gatto.name) nel quale condivide i suoi disegni e storie.
DISEGNATORE SOCIAL
«Mi sono vicini i bambini e i bambini diventati ora adulti che contestano la nuova linea di Topolino, non la capiscono - racconta dalla sua casa - lo stile delle storie è cambiato enormemente, a volte esce dai canoni disneyani, puntando più sui lettori adulti con pubblicazione cartonate per le librerie, che si vendono a prezzo più alto rispetto al settimanale venduto in edicola».
I tempi, anche per Topolino, non sono dei migliori, Gatto ne è consapevole. Ma nonostante l'età non si rassegna a chiudere quello che è stato il legame di una vita. «Davo una mano nell'osteria di famiglia in Campo do Pozzi, vicino all'Arsenale - racconta lo stesso disegnatore - nel 1955 un mio vicino di casa, che conosceva la mia passione per il disegno, mi aveva detto che il figlio di un fornaio, tale Romano Scarpa, aveva iniziato a disegnare delle storie per la Mondadori e per Topolino. Anche Luciano Capitanio (fumettista cugino di Cavazzano morto a soli 35 anni nel 1969, ndr) aveva iniziato a disegnare per mestiere. Ero disoccupato, pensai di poter sfruttare la mia passione per il disegno e da autodidatta mi misi con impegno a copiare i personaggi disneyani. Portai le mie esercitazioni a Scarpa, che vista la mia buona mano nel ripasso, mi chiese di aiutarlo nell'inchiostrazione a china, non essendo lui molto abile in questo passaggio».
QUINDICIMILA FUMETTI
La mattina in osteria, il pomeriggio a ripassare i disegni di quello che sarebbe divenuto un maestro del genere così come pure proprie storie vendute a Renato Bianconi (Geppo, Pietrino...) fino a debuttare sulle pubblicazioni Mondadori. A oggi, Gatto ha disegnato oltre quindicimila pagine di fumetti, divertendosi a inserire nelle storie (quando gli autori non erano citati) dei gatti a mò di firma. «Il periodo della direzione di Mario Gentilini negli anni Sessanta, e gli anni Novanta, con Gaudenzio Capelli, sono stati i più belli - racconta - mi hanno dato più di quello che chiedevo, aumentandomi il compenso senza che io lo chiedessi, quando erano venuti a sapere che i tedeschi mi avevano offerto più soldi. Ero andato fino a Monaco di Baviera, io che non ho quasi mai lasciato Venezia».
ALL'ESTERO
I tedeschi sono i responsabili della casa editrice Kauka Verlag, per la quale ha illustrato storie con Fix und Foxi, Lupo, Knox ed Eusebia tra il 1979 e il 1986. Ha pure collaborato anche per l'inglese Williams per la quale disegnerà storie a fumetti della serie Wacky Races e la rivista francese Pif Gadget. E ancora, in Italia, Topo Gigio e il drago Prezzemolo. Ma l'amore è per casa Disney: «Non ho mai avuto difficoltà con topi, paperi o sette nani - è sempre Gatto a parlare - non ho mai rifiutato di disegnare una storia, per rispetto ai soggettisti, anche se per me le storie di avventura sono più divertenti. Non ha senso fissarsi su cantanti o calciatori, l'avventura fa viaggiare la mente. Io sono fissato con il disegno, l'avventura mi permette di esprimermi».
LA DISCENDENZA
A un giovane che vorrebbe seguirne le orme, come hanno fatto in altri tempi altri veneziani come Valerio Held e Michele Mazzon, dà solo un consiglio: «Se uno ha passione non si può fermare, ma deve guardare le possibilità, che sono sempre meno. Si rischia di rimanere incastrati chiudendosi altre strade. Il fumetto non ha molto futuro, ma si dovrà trovare un mezzo alternativo per portare la gente a leggerli, nel rispetto del diritto d'autore. Io ho la terza media ma ho studiato nella vita con intelligenza e curiosità, ricevendo molto affetto dai lettori delle mie storie».
Lorenzo Marchiori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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