MEOLO
Al via il processo per la tragedia della Solfatara. Il Gup del tribunale

Mercoledì 20 Novembre 2019
MEOLO
Al via il processo per la tragedia della Solfatara. Il Gup del tribunale di Napoli ha fissato per il 14 gennaio prossimo l'udienza preliminare del procedimento penale, dopo la richiesta di rinvio a giudizio dei pubblici ministeri partenopei, per il dramma avvenuto nel sito vulcanico di Pozzuoli il 12 settembre 2017, quando persero la vita Massimiliano Carrer, la moglie Tiziana Zaramella e il loro figlio Lorenzo, precipitati uno dopo l'altro in una voragine della solfatara.
INDAGATI
Ad essere indagati, ed ora con la prospettiva di un processo per la morte della famiglia di turisti meolesi, sono Giorgio Angarano, legale rappresentate della Vulcano Solfatara srl che gestisce il sito, ed altri cinque soci, oltre al rinvio a giudizio della stessa società. Le accuse a loro carico sono molto pesanti: omicidio colposo in concorso, con l'aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e ai danni di più persone, oltre a disastro colposo e delitti colposi di danno, in cooperazione tra loro.
L'ACCUSA
Gli imputati, hanno sostenuto i pubblici ministeri nel loro memoriale dopo la superperizia affidata a sette esperti, sono accusati di aver causato il decesso dei tre componenti della famiglia Carrer per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nell'aver gestito il sito vulcanico, in assenza di qualsiasi cautela idonea ad assicurare che l'attività turistico-ricettiva fosse svolta in modo da garantire la sicurezza dei lavoratori dipendenti e dei visitatori, consentendo l'accesso al sito senza alcun percorso prestabilito, senza alcuna cartellonista, senza tenere conto della particolare conformazione territoriale del sito, caratterizzato dalla presenza di cavità del sottosuolo.
I sostituti procuratori sottolineano che l'area vulcanica presentava evidenti condizioni di pericolosità, ma la società non aveva fatto alcun investimento per ridurle, limitandosi a rimedi artigianali, come riempire le cavità che si formavano con la terra presa dai dintorni.
«Ci aspettiamo che durante il processo vengano riconosciute tutte le responsabilità di questa immensa tragedia per rendere giustizia alle famiglie di Massimiliano, Tiziana e Lorenzo», dice l'avvocato Alberto Berardi, che assiste i familiari delle vittime assieme al collega Vincenzo Cortellessa e a Studio 3A.
Emanuela Furlan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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