Mazzacurati, funerali negli Usa ma la salma può tornare in Italia

Venerdì 27 Settembre 2019
Mazzacurati, funerali negli Usa ma la salma può tornare in Italia
I FUNERALI
VENEZIA Giovanni Mazzacurati ha manifestato la volontà di essere sepolto vicino al figlio, il noto regista Carlo Mazzacurati, il cui funerale si svolse cinque anni fa in forma privata in Toscana, dove la famiglia ha una tenuta agricola. È dunque probabile che la salma dell'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, scomparso martedì all'età di 87 anni, faccia rientro in Italia dopo la cerimonia funebre che la moglie ha voluto organizzare in California, dove Mazzacurati si era trasferito fin dall'estate del 2014, nelle settimane successive ai numerosi arresti per lo scandalo Mose, resi possibili anche grazie alle confessioni da lui consegnate ai magistrati della Procura di Venezia.
UOMO SOLO AL COMANDO
«Stupisce il tono riguardoso e quasi commosso con cui la stampa tratta la scomparsa di un protagonista della vita veneziana degli ultimi due decenni come Giovanni Mazzacurati, al centro del più grande scandalo italiano del dopoguerra», commenta il presidente della Municipalità di Venezia, Giovanni Andrea Martini, ricordando come il presidente del Cvn fu «dominus assoluto a fronte di una platea di questuanti per le più diverse finalità che un effetto sicuro lo ha avuto: la destabilizzazione della politica veneziana. Un fatto che va però inserito in un contesto più largo. In questi stessi anni si assiste al collasso della finanza veneta con la bancarotta delle sue maggiori banche territoriali - prosegue Martini - Tra i due fatti non esiste alcun legame specifico salvo il fatto che insistono su di uno stesso territorio e hanno come protagonisti figure che su di sé hanno accentrato un enorme potere e non hanno rinunciato ad usarlo violando regole, attivando complicità, coartando comportamenti. Ancora una volta uomini soli al comando - conclude il presidente della Municipalità - che hanno cinicamente trascinato al dissesto e al fallimento parti di un sistema economico e sociale di cui hanno tradito la fiducia mentre altri finiranno col pagare le loro malversazioni».
Martini approfitta dell'occasione per ricordare che lo scandalo Mose ha radici lontane, alla scelta di non intraprendere la strada di un bando per la migliore progettazione delle barriere mobili, ma di affidare tutto ad un soggetto privato, per poi dirottare sul Mose «tutti i fondi della legge speciale di Venezia e così sottraendoli a tutte quelle opere di manutenzione di città e laguna che la legge speciale prevedeva sin dal 1973».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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