MARTELLAGO
Andranno a processo in cinque per l'infortunio occorso il 7 febbraio 2018 alla Pometon di Maerne in cui due operai, D.C., 22 anni, di Marghera, e M.C., 53, di Mira, riportarono ustioni di secondo e terzo grado. La Procura di Venezia ha indagato per lesioni colpose gravi in concorso sei figure apicali della fabbrica, a cui il pm Giorgio Gava ha notificato l'avviso di conclusione indagini, prodromo della richiesta di rinvio a giudizio: si contesta loro a vario titolo negligenza, imprudenza e violazione delle leggi sulla prevenzione degli infortuni. Caricando una lega ferro-cromo in un forno a induzione usato per la fusione del rame, si era formata una crosta solida sulla superficie della fusione. Ciò, unito all'errata gestione di questa fase, causò un innalzamento della temperatura degli strati liquidi sottostanti e una serie di reazioni che portarono alla vaporizzazione dell'acqua e, per effetto della pressione, a una esplosione con l'espulsione del metallo fuso, che investì i due addetti, protetti da indumenti inadeguati. Dei sei indagati il solo ex presidente e ad Massimiliano Puddu, estromesso dalla società un mese fa (è in atto una vertenza milionaria), è uscito di scena: il pm e l'Asl lo hanno ammesso all'oblazione, se la caverà con una multa. A meno di sorprese, andranno invece a processo G.F., 65 anni, di Mestre, delegato alla direzione operativa dello stabilimento; S.S., 42, di Maerne, direttore di produzione; G.V., 60, di San Donà, direttore impiantistico; E.M., 56, di Spinea, responsabile del reparto dove avvenne l'incidente; F.H., 63, di Mestre, responsabile del servizio di prevenzione.
Questi in questa fase cruciale rischiano di trovarsi senza l'assistenza degli avvocati che li hanno seguiti finora: la società, dopo il terremoto del licenziamento di Puddu, avrebbe dato il benservito anche a tutto il pool di legali.
Nicola De Rossi
© RIPRODUZIONE RISERVATA Andranno a processo in cinque per l'infortunio occorso il 7 febbraio 2018 alla Pometon di Maerne in cui due operai, D.C., 22 anni, di Marghera, e M.C., 53, di Mira, riportarono ustioni di secondo e terzo grado. La Procura di Venezia ha indagato per lesioni colpose gravi in concorso sei figure apicali della fabbrica, a cui il pm Giorgio Gava ha notificato l'avviso di conclusione indagini, prodromo della richiesta di rinvio a giudizio: si contesta loro a vario titolo negligenza, imprudenza e violazione delle leggi sulla prevenzione degli infortuni. Caricando una lega ferro-cromo in un forno a induzione usato per la fusione del rame, si era formata una crosta solida sulla superficie della fusione. Ciò, unito all'errata gestione di questa fase, causò un innalzamento della temperatura degli strati liquidi sottostanti e una serie di reazioni che portarono alla vaporizzazione dell'acqua e, per effetto della pressione, a una esplosione con l'espulsione del metallo fuso, che investì i due addetti, protetti da indumenti inadeguati. Dei sei indagati il solo ex presidente e ad Massimiliano Puddu, estromesso dalla società un mese fa (è in atto una vertenza milionaria), è uscito di scena: il pm e l'Asl lo hanno ammesso all'oblazione, se la caverà con una multa. A meno di sorprese, andranno invece a processo G.F., 65 anni, di Mestre, delegato alla direzione operativa dello stabilimento; S.S., 42, di Maerne, direttore di produzione; G.V., 60, di San Donà, direttore impiantistico; E.M., 56, di Spinea, responsabile del reparto dove avvenne l'incidente; F.H., 63, di Mestre, responsabile del servizio di prevenzione.
Questi in questa fase cruciale rischiano di trovarsi senza l'assistenza degli avvocati che li hanno seguiti finora: la società, dopo il terremoto del licenziamento di Puddu, avrebbe dato il benservito anche a tutto il pool di legali.
Nicola De Rossi
