Mafia al mercato, continuano i silenzi

Domenica 19 Settembre 2021
Mafia al mercato, continuano i silenzi
SAN MICHELE
Seconda giornata di interrogatori di garanzia e seconda giornata di bocche cucite. Ieri, di fronte al giudice per le indagini preliminari di Trieste, sono sfilati uno dopo l'altro il presidente della Confcommercio Bibione, Giuseppe Morsanuto, difeso dall'avvocato Angela Grego; Zefferino Pasian (avvocato Piero Longo), Raffaele e Salvatore Biancolino, entrambi assistiti dal penalista Andrea Grava. Anche loro - ultimi quattro dei nove arrestati di mercoledì dalla guardia di finanza di Trieste e dalla Dia a finire di fronte al giudice - hanno scelto la via del silenzio, anche per il decreto del gip che vieta agli arrestati di incontrare parenti e avvocati difensori fino a stasera per evitare di costruire una linea difensiva comune che possa inficiare le indagini. L'attesa principale era per la scelta di Morsanuto, accusato - come tutti gli altri arrestati - di estorsione aggravata dal metodo mafioso per aver fatto pressioni sull'associazione Pro Lido del Sole che aveva escluso dai mercatini del giovedì sera i mercatari napoletani non in regola con le quote associative. Un gruppo il cui portavoce e paladino era Pietro D'Antonio, per la procura «contiguo» al clan camorristico Sarno-Contini-Licciardi e che, stando all'accusa, con il proprio gruppo impadronirsi delle piazzole del mercato di Bibione. L'inchiesta non è chiusa e gli arresti di mercoledì sono solo un punto di partenza.
LA TESTIMONIANZA
«Nessuna intimidazione, è il nostro modo di porci». Pasquale Schiavone, titolare di un attività a Lignano e ambulante sul litorale vuole fare chiarezza attraverso il Gazzettino sulle presunte intimidazioni. Per la Divisione investigativa antimafia Schiavone sarebbe finito nel mirino del clan mafioso il 21 e 22 ottobre del 2019 con una spedizione punitiva a mano armata, a cui sarebbe seguito il pestaggio, perché ritenuto non allineato al volere di Pietro D'Antonio. «Niente di tutto ciò - ribadisce Schiavone - Non ho mai ricevuto alcuna minaccia. Ci incontrammo solo per parlare di lavoro. Ci fu una discussione per il tipo di merce da vendere. Di fatto sia io che lui vendiamo sulle stesse piazze la stesso tipo di merce. Ci troviamo 4 volte a settimana nei mercati di Lignano, Bibione, Caorle e Jesolo. Un tempo avevo partecipato anche a quello del giovedì sera al Lido del Sole di Bibione, salvo poi decidere di non farlo più».
L'INCHIESTA
Gli investigatori hanno documentato un  metodo mafioso con delle intimidazioni e minacce di morte nei confronti di Pasquale Schiavone, culminate con la spedizione punitiva tra il 21 e 22 ottobre 2019 a cui hanno partecipato Pietro D' Antonio Pietro, il nipote Beniamino D'Antonio e Zefferino Pasian. Tutto era stato preannunciato da una conversazione intercettata tra Pietro D'Antonio Pietro e Gennaro Bottone. In una conversazione lo stesso Pietro, riferendosi a Schiavone, ribadisce: «Se lo acchiappo stasera lo uccido! Lo uccido con le mani...Un paio di schiaffi li deve prendere, perché deve capire che non è nessuno, hai capito? Adesso lo deve capire! ...Adesso tutti quelli là, di Tarvisio che tiene con lui, devono sapere che le ha buscate, capito?... Ma io ora vado a Lignano! Ora sto andando a prendere a Zefferino e a mio nipote e vado a Lignano... Ma questo qua perché l ha voluto lui, no perché ora ci voglio fare sto fatto, per farci capire quanto è una m...».
«PARLIAMO COSÌ»
«È il nostro modo di parlare - spiega Schiavone - Quando sono venuti qui abbiamo discusso animatamente e niente più. L'argomento era la merce da vendere nelle piazze mercatali del litorale, per differenziarci e non farci più di tanta concorrenza. Non sono mai stati minacciato, ne ho visto armi. Se solo si fossero presentati in questo modo li avrei denunciati io. Sono venuto via da Napoli proprio perché punto a vivere in un ambiente pulito e onesto». Diversa l'opinione degli inquirenti, che hanno intercettato le conversazioni del gruppo che avrebbe partecipato alla spedizione punitiva. Pietro D'Antonio avrebbe intimidito Schiavone dicendogli: «Li vedi a questi qua? - riferendosi al nipote Beniamino e a Zefferino Pasian che lo avevano accompagnato all' incontro - Se io muovo un dito, ti spaccano qua in mezzo. Non ti fanno alzare più da terra!!». Di fatto Pasquale Schiavone avrebbe contrapposto D'Antonio nei mercati. In un'altra intercettazione Pietro riferiva al suo interlocutore:«...io andai là armato!! .. G. sai che sta succedendo? Allora ora te lo spiego io! La gente si sta prendendo un po' di confidenza in più! .. Ci vuole una dimostrazione vera a qualcuno. Stammi a sentire bene, che tutto questo qua torno un altra volta indietro come 15 anni fa! Riesce a capire?». «Niente di tutto ciò, hanno preso un abbaglio - assicura Schiavone - Anzi, quelli sono dei grandi lavoratori, arrivano addirittura alle 5 per lavorare al mercato».
Nicola Munaro
Marco Corazza 
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci