Luciano Pignataro
Seconda edizione a Manhattan di Volcanic Wines, il congresso

Mercoledì 19 Giugno 2019
Luciano Pignataro
Seconda edizione a Manhattan di Volcanic Wines, il congresso pensato d Jhon Szabo che riunisce i produttori di vini ottenuti con uve coltivate su questi uoli. Un club mondiale abbastanza interessante, visto che comprende in Italia il Soave, primo territorio ad aver creduto fortemente nel tema, Etna, Vesuvio, Tuscia, bassa Toscana, isole greche come Santornini, gran parte della Napa Valley, il Cile, l'Argentina, il Sud Africa, Israele, Un club che si sta allargando all'insegna del drink salty come recita l'hasgtag. Soave pritagonista anche con un masterlass organzizata ad hoc che ha fatto sold out.
Ma da dove nasce questo movimento?
Dopo aver studiato palmo palmo i suoli della Borgogna, dello Champagna e di Bordeaux ecco che il libro scritto da John Szabo ci mette di fronte ad una verità agricola elementare: i suoli vulcanici sono sicuramente i più favorevoli all'agricoltura e non a caso i migliori vini dell'antica Roma erano prodotti nell'area compresa tra il Vesuvio e Roccamonfina oltre che attorno all'Etna. Dopo aver girovagato da Santorini ai Campi Flegrei, dai Colli Euganei alla Napa Valley spingendosi sino al Cile, John Szabo ha pubblicato un libro che è ben presto diventato un must per chi si occupa di enologia: Volcanic Wines: Salt, Grit and Power (su Amazon a 27 dollari). Quello che viene definito un nuovo approccio non è altro che la riscoperta del vantaggio di coltivare sui suoli di origine vulcanica grazie alle caratteristiche del terreno che consente di limitare, tra l'altro, l'uso della chimica.
La missione di Volcanic Wines International è quella di assumere il ruolo di leader nella definizione e creazione di un movimento per il vino vulcanico e di offrire opportunità educative e promozionali ai produttori di vino vulcanico a livello internazionale. La 2a International Volcanic Wine Conference (IVWC) scoltasi qualche giorno fa e organizzata da Volcanic Wines International, è stata un catalizzatore nel riunire le regioni vulcaniche del mondo per creare un marchio di vino vulcanico, definito come una categoria unica di vini prodotti in alcune delle condizioni viticole più estreme del pianeta.
Volcanic Wines International prevede anche di stabilire il marchio di vino vulcanico come categoria premium di vini di alta qualità. I vini vulcanici sono vini che nascono in zone dove la conformazione del terreno è di origine vulcanica e, di conseguenza, per natura fertile. Si tratta, infatti, di terreni da cui la vite trae grande beneficio, in quanto ricchi di minerali come potassio, fosforo, zolfo e magnesio, rocce laviche, tufi e, non dimentichiamo, anche sabbia, composti quindi utilissimi per il buon drenaggio ed assorbimento dell'acqua, quindi per la fertilità del terreno. La particolare porosità delle rocce che compongono questi terreni garantisce, inoltre, una costante presenza di umidità, che aiuta la pianta a non soffrire nei periodi caldi. Il mondo del vino ha bisogno di continue novità, e le decine di produttori presenti alla Conferenza lo testimonia.
Ma non c'è solo il racconto, il fascino del provvisorio, la memoria ancestrale di immani catastrofi ambientali e umane dietro la viticoltura vulcanica. Non a caso il sottotitolo del libro di Szabo è sale, grinta, potenza. Perché i vini ottenuti da uve coltivate su suolo vulcanico hanno davvero una marcia in più, delle caratteristiche comuni che noi abbiamo potuto constatare durante la degustazione in cui sono stati presentati rossi e bianchi realizzati con i protocolli più disparati, in barrique o legno grande o solo acciaio, giusto per parlare dl momento della fermentazione dell'affinamento. Pur nella differenza di lavorazione c'è un filo comune, la percezione salina, il tocco finale amaro, la mineralità che prevale sul frutto che ne fanno bottiglie moderne e in perfetta tendenza con la svolta degli ultimi anni che punta a smagrire i rossi e ad affinare i bianchi. Vini più verticali come si dice in gergo, meno dolci, meno piacioni, in grado di essere ben abbinati con il cibo.
Queste sono le nuove esigenze del gusto mondiale dopo una ventina d'anni passati a bere vini cioccolatosi e marmellatosi, densi, pesanti e sopratutto inutilmente dolci. La tendenza vulcanica dunque potrebbe simboleggiare una vera e propria svoltan nel gusto dopo oltre vent'anni in cui ha prevalso la tendenza dolce e morbida come modello di vino da raggiungere.
Il Soave certo non si ferma qui. Di vini vulcanici si è infatti discusso anche nella recente trasferta giapponese: lì, come è noto, il tema è molto sentito. Tokyo, Osaka e infine Londra sono state le città toccate dal Consorzio dopo New Yrok per l'apertura delle campagne by the glass che stanno avendo grande successo di vendite e coinvolgimento di ristoranti, enoteche e wine bar.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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