Lotta ai plagi C'è il Dna per le opere

Sabato 16 Novembre 2019
LA NOVITÀ
L'arte nell'era digitale si protegge dal plagio ricorrendo a impronte genetiche sintetiche e app per smartphone. Le novità sono state presentate ieri alla fiera mercato ArtePadova 2019, la principale fiera d'arte moderna e contemporanea del Nordest e la seconda per importanza in Italia, che ha aperto ieri a Padova. Fino a lunedì 300 gallerie giunte da tutta Italia e da Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Iran, Spagna, Turchia, propongono 15 mila opere di 700 artisti in rappresentanza di tutte le correnti. La nuova tecnologia anticontraffazione si chiama DnArt, è stata sviluppata da Aries, lo spin-off dell'Università Ca' Foscari di Venezia, per proteggere le opere d'arte con un'impronta genetica unica e invisibile, indecifrabile da terzi e impossibile da replicare. L'innovativo sistema è stato testato per la prima volta su una tela dello street artist Alessio-B. «DnArt è il frutto di anni di ricerche spiega Alessandro De Toni, ceo di Aries - e vuole rappresentare un'evoluzione del concetto di sistema anti-contraffazione. La nostra tecnologia è utilissima per catalogare e rendere riconoscibile univocamente l'immenso patrimonio artistico del nostro Paese».
SOTTO ESAME
Il sistema può essere utilizzato per rendere inequivocabilmente riconoscibili opere antiche e moderne, su tela, carta e legno. Sono in fase di sviluppo tecniche su altri materiali, tra cui vetro, ceramica, metallo e plastica. Nel solo 2018, secondo i dati diffusi dal Rapporto sull'attività operativa del Comando carabinieri tutela patrimonio culturale, in Italia sono stati sequestrati 1.232 falsi per un valore stimato di oltre 422 milioni e si è registrato un lieve aumento di furti di beni culturali rispetto all'anno precedente (da 419 a 474), mentre è aumentato il recupero di beni d'antiquariato, archivistici e librari (da 7.606 a 12.096). La start-up Aires è attiva all'interno dell'incubatore Arcadia Hub di Padova. Il progetto è costato 750 mila euro, ha contribuito anche la Regione Veneto. I tag di Dna sintetico vengono inseriti sulla superficie dell'opera in laboratorio e sono invisibili a occhio nudo, possono essere letti solo attraverso un codice di sicurezza. L'operazione parte da un costo di poche decine di euro, fino ad un massimo di 3.500 euro a seconda dei punti di marcatura effettuati. Altra tecnologia in mostra a Padova è l'app Art Certo della startup padovana Noima in collaborazione con Ez Lab. Artisti e galleristi, grazie alla tecnologia blockchain, dal loro cellulare possono creare un archivio digitale in cui depositare le proprie opere. È sufficiente scattare una foto all'opera e caricarla nell'app con una breve descrizione: in tempo reale se ne ottiene un certificato di autenticità. In questo modo l'artista può disporre di un archivio digitale sicuro e immutabile e al tempo stesso può monitorare e verificare tutti i passaggi di custodia delle sue opere. Noima è una startup fondata nel 2017 e ha sede operativa allo Start Cube del Galileo Visionary District. La fiera ArtePadova è stata visitata ieri dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. «Siamo arrivati ai trent'anni dichiara Nicola Rossi, direttore artistico -, ci sentiamo maturi senza esserlo del tutto e abbiamo tantissime energie da spendere per il futuro».
Elisa Fais
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci