Locali da ballo, senza riaperture uno su due rischia di chiudere `

Domenica 3 Ottobre 2021
Locali da ballo, senza riaperture uno su due rischia di chiudere `
I LOCALI DA BALLO
JESOLO «Sembra che il vento sia finalmente cambiato, ci auguriamo che vengano davvero fissate le riaperture: se non fosse così la metà dei nostri locali rischia la chiusura». Il Governo valuta la possibilità di riaprire le discoteche dopo 20 mesi di chiusure e dal mondo della notte questa possibilità viene accolta con un cauto ottimismo. Anche perché fino ad oggi le sale da ballo sono state escluse dalle riaperture indicate dal Cts. A incidere ci sono le istanze sollevate dai vari rappresentanti di categoria, ma anche da gran parte del mondo politico, a partire dalle regioni e da alcuni ministri. Ed è per questo che la prossima settimana il Governo valuterà anche la riapertura delle discoteche, chiuse ormai da 20 mesi eccetto i locali della costa riconvertiti in disco-bar e dunque senza possibilità di ballo.
IL SINDACATO
«La questione negli ultimi tempi commenta Franco Polato, presidente del Silb Venezia (Sindacato locali da ballo) di Confcommercio Venezia, che giovedì sarà a Roma per un direttivo urgente dell'organismo sembra più politica che scientifica. Abbiamo accolto con piacere le dichiarazioni del ministro Speranza che di fatto ha aperto una possibilità: ci auguriamo che sia la volta buona, dopo 20 mesi di blocco imporre ulteriori chiusure vorrebbe dire che almeno la metà dei locali notturni non riaprirebbe più. Nella città Metropolitana veneziana e nell'area di Rovigo contiamo una ventina di locali, con circa 400 addetti ai quali va aggiunto tutto l'indotto: senza certezze sulle riaperture la metà rischia di sparire».
INCOGNITA FUTURO
I numeri diventano ancora più pesanti se rapportati a tutto il Veneto, dove gli addetti sono 3 mila e il fatturato stimato è di 50 milioni di euro l'anno. «Il problema maggiore è per l'entroterra prosegue Polato ci sono locali chiusi dal febbraio 2020. Sul litorale alcuni si sono salvati grazie all'uso degli spazi esterni e alla riconversione in disco-bar: per tutti gli altri la situazione è drammatica». Ed è per questo che viene ribadita la necessità di ripartire e fissare una data di riapertura, magari già da metà ottobre. Da fissare, ovviamente, le regole, tanto che tra le ipotesi che il Governo sta valutando c'è la capienza ridotta al 50%, obbligo di Green Pass, tracciamento degli ospiti e uso della mascherine.
DATA DI APERTURA
Prima di tutto va fissata la data di apertura aggiunge il presidente del Silb - non abbiamo più tempo da perdere, i ristori non sono arrivati e le aziende non possono più reggere l'attuale situazione. Tuttavia va fatta una precisazione: le modalità che il Governo sta valutando sono state già proposte dalla nostra categoria con due protocolli sanitari validati da medici e virologi. Il Green Pass e il tracciamento degli ospiti non sono altro che le nostre proposte; i protocolli esistono, non perdiamo altro tempo, anche perché nel resto d'Europa le discoteche sono aperte da tempo. L'obbligo delle mascherine? Intanto ripartiamo».
IL GESTORE
Uguale la presa di posizione di Riccardo Checchin, che a Jesolo gestisce lo storico King's oltre a diverse discoteche in Veneto. «Credo che questo cambio di tendenza commenta - sia generato anche dal momento di campagna elettorale che stiamo vivendo. Siamo l'ultimo comparto produttivo interdetto allo svolgimento del proprio lavoro, non ristorato, in alcuni casi anche dopo 20 mesi di chiusura. Finalmente il faro mediatico sta iniziando a illuminare anche un settore che sembra dimenticato, probabilmente grazie anche all'esposizione del governatore Zaia. I presupposti per riaprire ci sono tutti, si balla già in tutta Europa: in Francia, Svizzera e Germania i locali sono aperti al ballo da qualche mese, in Inghilterra da qualche settimana e la Spagna ha deliberato il ritorno all'apertura delle discoteche dal prossimo weekend. Ricordo che sono stati proposti da mesi dei protocolli dalle nostre associazioni di categoria, validati da virologi illustri come Bassetti. Auspico sia la volta buona, se ne è parlato tanto, ma ad ora ci sino stati solo dietrofront. Anche perché le eventuali aperture dei locali potrebbero dare forza e credibilità allo strumento del green pass anche nelle fasce di età più giovani. Chiediamo solo di poter tornare a lavorare con serenità e nel rispetto di tutte le normative igienico sanitarie previste».
Giuseppe Babbo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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