Lo studio sul fondoschiena: con il nero o il rosso risalta di più

Venerdì 10 Agosto 2018
L'INDAGINE
Di una indagine scientifica sul fondoschiena sotto il profilo del suo apporto alla bellezza, almeno per chi segue luci e ombre dell'effimero che si accompagna alle vicende della moda, non ci erano pervenute molte precisazioni. Si sapeva che tempo fa, l'Università di Edimburgo aveva affidato a una esperta internazionale del tessile, la dottoressa Lisa Macyntine, uno studio su effetti e considerazioni sul fondoschiena esaminato per il contributo alla valorizzazione di tessuti, colori e quant'altro potesse interessare chi deve formulare proposte stilistiche o interpretazioni di tessuti anche nel settore delle nuove fibre e della tecnomoda. La notizia pubblicata a piena pagina dal Times - si soffermava sulle intenzioni della ricercatrice di testare tessuti di nuova generazione confrontandoli con quelli classici per misurarne l'effetto, la tenuta, il positivo e negativo rispetto alla superficie arrotondata che questi dovevano coprire.
LA FORMA
Il fondoschiena è rotondo (pare che questa sia una delle ragioni più significative per il suo successo: si dice che tutto ciò che è rotondo, vedi ad esempio il pallone, ottiene consensi generalizzati); esula dalla figura in generale in quanto improvvisamente sporge, presentando un avvallamento importane tra i due glutei che può favorire l'invenzione stilistica ma può anche costituire problema tecnico. Il velluto, ad esempio - più di tutti tra i tessuti, dopo il satin - regala riflessi che l'indomita valle accende nel movimento. Lo studio prevedeva anche una indagine sui colori che meglio valorizzano il fondoschiena: il nero (perché promette giocando sui riflessi provocati dal movimento dei glutei), le tinte forti, giallo sole, verde prato, rosa shocking, il rosso: forse il più indicato per far emergere il carattere del fondoschiena. Perché sostiene lo studio effettuato dall'Ateneo di Edimburgo - lui, il fondoschiena, ha un carattere: in un corpo femminile è la zona che forse più di tutte fa il punto sulla seduzione, o meglio sulla sessualità. Non è un mistero che sempre la moda abbia puntato su questa zona come richiamo stimolante saltato nel Settecento dal faux-cul, quell'imbottitura che gonfiava dietro le gonne, nell'Ottocento dal paniere più o meno la stessa cosa accentuata da un punto vita strizzatissimo, nel Novecento lo sdoganamento di questa parte del corpo prima riparata, protetta e ora lasciata intravvedere quasi al nudo con scollature (negli ateliers di moda si chiamano sculature per differenziarle da quelle che si aprono sul collo) del retroabito, terminanti dove termina la fatidica valle.
Luciana Boccardi
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