LIBRO
Chi non ha provato insoddisfazioni sentimentali, lavorative, politiche?

Giovedì 20 Dicembre 2018
LIBRO
Chi non ha provato insoddisfazioni sentimentali, lavorative, politiche? In momenti di grave sconforto, perché non porre definitivamente fine a tali cocenti delusioni, rivolgendosi ai suggerimenti telefonici di una contemporanea startup, figlia del terziario avanzato? La provocazione de L'agenzia della buona morte (Marlin Editore), ultimo romanzo del mestrino Massimiliano Nuzzolo, classe 1971 e anni addietro etichettato nel gruppo di scrittori del Nordest, si prefigge un graffiante ritratto dei nostri giorni. Cinico quanto basta e con richiami alla più deteriore realtà televisiva: quella dei talk show pomeridiani e festivi, contenitori generalisti con allettanti conduttrici che esaltano figure a dir poco negative. In assenza di una bussola di valori, vince ciò che fa audience. Poco importa se di fronte alle telecamere si intervisti un giovane ex produttore discografico che ha raggiunto il successo con una singolare intuizione: assistere telefonicamente, sorta di telefono azzurro virato al nero, chi non si reputi più in grado di sopportare il peso dell'esistenza, consigliando il modo migliore per farla finita. L'intreccio è ricco di risvolti psicologici: la tentazione del suicidio (causa incidente mortale della moglie e spiacevole sorpresa a seguire), l'ha provata lo stesso protagonista. Entrerà con forza in campo l'amore, mentre un inatteso finale alla Blade Runner, con tanto di scenario apocalittico e pioggia scrosciante, ristabilirà i binari della normalità grazie ad una consuetudine tutta italiana: la cucina casalinga della mamma.
La scrittura, avvincente e serrata è carica di rimandi musicali (pure Nuzzolo è stato produttore discografico), sin dal brano princeps che accompagna, in forme diverse, l'intero progetto: No surprises dei Radiohead. «Mi sono ispirato a diversi territori emotivi - racconta Nuzzolo - tra i quali Camus e il finlandese Arto Paasilinna, senza dimenticare che la mia generazione ha attraversato l'ondata dark, e figure fondamentali quali Ian Curtis dei Joy Division hanno segnato un'epoca ma per il mio libro scomoderei pure certo clima da commedia all'italiana, alla Germi». «Emergono odierne deformazioni - prosegue - come l'ingigantire problemi che spesso gravi non sono, o il premiare chi nel vuoto circostante ha l'idea giusta». Tra le righe si leggono serie riflessioni sul diritto all'eutanasia, Nuzzolo allude alle vicende di Dj Fabo e di Loris Bertocco; sotto i riflettori anche l'articolo 580 del Codice Penale (Istigazione o aiuto al suicidio), nel quale incappano gli stessi protagonisti del libro, salvo poi essere scagionati da una provvidenziale lettera. Delicatissimo il tema del suicidio in età adolescenziale: «Ai nostri tempi si leggevano Le ultime lettere di Jacopo Ortis - conclude Nuzzolo - oggi certa demenza digitale porta sui cellulari dei più giovani giochini idioti e pericolosissimi».
Riccardo Petito
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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