Libri Cibotto Archiviata la denuncia di Sgarbi

Sabato 22 Febbraio 2020
È stato archiviato il procedimento giudiziario aperto dopo una denuncia di Vittorio Sgarbi (nella foto) contro il presidente dell'Accademia dei Concordi di Rovigo, Giovanni Boniolo, accusato di danneggiamento per aver mandato al macero il 7 per cento del lascito in libri di Gian Antonio Cibotto, scrittore e giornalista rodigino morto a 92 anni il 12 agosto 2017.
La procura di Rovigo ha chiesto l'archiviazione, poi concessa dal gip, perché l'erede di Cibotto, la nipote Anna Maria Battizocco che aveva poi donato i libri all'Accademia, non aveva mosso alcuna rimostranza e perché, come Boniolo aveva spiegato, su 45mila libri erano stati scartati soltanto quelli di nessun valore, marci, ammuffiti o opere in più volumi incomplete e già nelle disponibilità dell'Accademia. E, dopo un'interrogazione presentata a dicembre all'allora ministro per i Beni culturali Alberto Bonisoli, l'11 gennaio dello scorso anno, Sgarbi era arrivato a Rovigo, gettando benzina sul fuoco e puntando il dito contro Boniolo, ma non risparmiando nemmenol'allora amministrazione comunale, presentandosi poi dai carabinieri per formalizzare una denuncia-querela, all'indirizzo del presidente dell'Accademia. «È stato commesso un delitto contro la città, contro la cultura, contro Cibotto aveva detto in una conferenza stampa affiancato dall'allora vicepresidente dell'Accademia Valentina Noce, dall'ex deputato Luca Bellotti, dal libraio Franco Caramanti e dallo scrittore Giancarlo Marinelli - Per il Polesine è la più grave sciagura dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti e l'Alluvione del 1951. I libri sono carichi di vita, meglio regalarli per strada o venderli, non gettarli nei rifiuti. Rovigo non può essere riconosciuta come la città che brucia i libri, chi ha commesso questo crimine la deve pagare». Se le vicende politiche hanno poi fatto il loro corso, altrettanto ha fatto denuncia presentata da Sgarbi che aveva portato all'apertura di un fascicolo per il preteso reato di danneggiamento fino alla decisione di ieri del magistrato rodigino che ha sostanzialmente messo fine alla vicenda.
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