LE CANZONI
MILANO
Sanremo 2020? Tiene famiglia, suona urban e dice le parolacce:

Sabato 18 Gennaio 2020
LE CANZONI MILANO Sanremo 2020? Tiene famiglia, suona urban e dice le parolacce:
LE CANZONI
MILANO
Sanremo 2020? Tiene famiglia, suona urban e dice le parolacce: Rita Pavone e Marco Masini («stronzo»), ma anche Elodie («stronza»). Giordana Angi canta la mamma, Paolino Jannacci la figlia, Piero Pelù smette di essere «El Diablo» per cantare il nipotino come un «Gesù», un «Gigante», un «piccolo Buddha». Sul fronte familiare anche Rita Pavone: Niente (Resilienza 74) è scritta dal figlio Giorgio Merk e dimostra che mammà a 74 anni può ancora rockare e rollare. O quasi. Già perchè nel Festival più urban di sempre, con l'ex dj Amadeus che ha portato alle estreme conseguenze l'apertura al rap e ai nuovi suoni del secondo Sanremo baglioniano, l'altro sound che detta il tempo è il rock, quasi estintosi allo stato brado, ma capace di rispuntare come citazione, schitarrata, descrizione di un panorama sonoro. È quanto è emerso, ieri nella sede Rai di corso Sempione a Milano, dopo gli ascolti ufficiali riservati ai rappresentanti dei vari media.
IL RITMO
Così, rottamata la canzone melodica (sul cui fronte s'attestano la Angi, Diodato, il tenorino Urso e Tosca, la sua è una delle migliori) il minimo comun denominatore diventa il ritmo sostenuto e il gusto radiofonico, lo stile Spotify: persino il conduttore-direttore artistico fa ascoltare i 24 big in gara montati come in una playlist. Anastasio, Rancore e Junior Cally, un po' meno Achille Lauro, messi insieme hanno l'impatto di un ciclone hip hop: il ragazzo di Meta di Sorrento è Rosso di rabbia, tra chitarre stile rock sudista, la voglia di non sprecare l'arrabbiatura e la paura di essere una bomba, sì, ma disinnescata; il rapper romano, dopo l'exploit del 2019 con Daniele Silvestri, in Eden stende il suo possente flusso di parole sulle trame electropianistiche di Faini/Dardust per raccontare un paradiso terrestre che non c'è; il trapper mascherato, ma non troppo, accende la polemica di giornata perché in No grazie con il suo rock-hip hop se la prende con i populisti e ne individua i campioni in Salvini («odio il razzista che pensa al Paese ma è meglio il mojito») e Renzi («il liberista di centrosinistra che perde partite e rifonda il partito»).
SENSUALITÀ
Se non bastasse la griffe Faini/Dardust, Elodie ha chiesto il testo di Andromeda a Mahmood: dicono che abbia pronto un look molto sensuale, cosa che potrebbe aggiungere attenzione agli stop and go furbissimi del suo pezzo e alla sua voce. Che l'Ariston non voglia essere più un paese per vecchi lo dimostra il ritmo che hanno aggiunto ai loro pezzi la stessa Pavone, Michele Zarrillo o Marco Masini, che rappresentano la quota seniores. Ma anche i Pinguini Tattici Nucleari di Ringo Starr, la saudade Carioca di Gualazzi e il reggaeton sculettante di Elettra Lamborghini, che ravviva le gesta passate della coppia Sabrina Salerno e Jo Squillo: loro facevano le femministe badando ad essere soprattutto sexy, lei la musicofila da cui tutti si aspettano scollature e twerking.
I testi non brillano, ma è anche difficile tirarne fuori battute trash fulminanti come gli anni scorsi. Le cose migliori arrivano dalla coppia Bugo e Morgan, in Sincero rei confessi - su una base da revival electropop Anni 80 - di un vizio generazionale, quelli dei ribelli che si integrano per amore: «Volevo fare il cantante/ delle canzoni inglesi/ così nessuno capiva che dicevo/ essere alcolizzato e spaccare i camerini/ e invece batto il cinque come uno scemo».
Tosca con Ho amato tutto di Pietro Cantarelli intona la canzone-canzone migliore del lotto e magnificamente interpretata in cui l'amato è «l'unica messa a cui sono andata». Vasco Rossi, con Gaetano Curreri & Co, regala a Irene Grandi ottime chance: Finalmente io è perfetta per la sua grinta da rockeuse toscana.
GLI OSPITI
Amadeus, intanto, lavora al resto (gli ospiti, Ghali probabile e Salmo in dubbio, le cover/duetti del giovedì sera, le prove all'Ariston) e cerca di disinnescare le polemiche sul sessismo, con il neodirettore Coletta al suo fianco e Claudia Gerini che prima twitta contro di lui e poi cancella il post. «Capisco che a Sanremo i tormentoni servono non solo per le canzoni, ma adoro le donne e al Festival daremo voce al loro universo e ai loro problemi. Junior Cally che attacca Salvini («odio il razzista che pensa al Paese ma è meglio il mojito», ndr) e Renzi («il liberista di centro sinistra che perde partite e rifonda il partito», ndr)? Non censuro, non uso il bilancino politico. Per me quella canzone funziona, come le altre 23 che ho scelto. Del resto, come canta Achille LAuro,. me ne frego. Sono destinate a durare». Il rapper intanto è sereno: «Parlo solo di cose che vedo, e quei due, li ho visti pensare di risolvere i problemi dell'Italia sui social o a chiacchiere».
Federico Vacalebre
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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