LA STORIA
Gabriele Cattarin è un artista sui generis perché definirlo

Mercoledì 17 Aprile 2019
LA STORIA Gabriele Cattarin è un artista sui generis perché definirlo
LA STORIA
Gabriele Cattarin è un artista sui generis perché definirlo pittore, talvolta scultore, è riduttivo. Già osservando il suo studio di Borgo Schiavoi a due passi da Sacile, pieno zeppo di quadri, bozzetti, statue e statuette, vien da pensare che quell'uomo con cappello cubano e camice macchiettato di vernice non è quel che ci si aspetta da un tradizionale artista della tela. Cattarin è molto di più. «Guarda com'ero agli inizi degli anni Settanta. Mi sono sempre definito un Demis Roussos della pittura», spiega con un pizzico di orgoglio l'artista mentre sfoglia una delle tante sue biografie scritte da valenti critici d'arte.
LA FOLTA BARBA
Ed in effetti il bianco e nero che occupa la prima pagina del libro, raffigura un faccione dalla barba nera che potrebbe passare per quel cantante greco che scalò le hit parade di tutto il mondo con la celebre Forever and Ever. Era il periodo post sessantottino anche per lui, fascetta alla fronte, capelli lunghi, voglia di viaggiare in autostop con pochi quattrini in tasca. Desiderio di libertà e di azzardo non rifiutando il rischio che lo portò in Spagna a Cadaques, fuori dallo studio di Salvador Dalì ad aspettare che il maestro più stravagante di tutti i tempi gli desse udienza. Non ci riuscì la prima volta, ce la fece nel secondo viaggio, quando entrò nel patio dove gironzolavano bellissime donne nude vagamente coperte da leggeri chiffon che nulla lasciavano all'immaginazione. «Fui abbagliato da quell'atmosfera, un paradiso effimero di cui avevo sentito parlare dentro il quale d'un tratto mi ritrovai immerso. Fu la scintilla che incendiò la mia carriera».
LA BIOGRAFIA
Nato a Treviso il 14 ottobre 1949, Gabriele Cattarin riceve la formazione all'Istituto Statale d'arte di Venezia e porta al grande pubblico la prima mostra personale di pittura nel 1971, ad appena 22 anni. Sempre alla ricerca del suo mondo espressivo, dal 1974 al 1979 soggiorna per brevi periodi in Spagna come allievo di Salvador Dalì che gli consente di perfezionare la tecnica artistica ed i contatti internazionali. Forte di questa esperienza, dal 1976 al 1979 avvia un programma di lavori a carattere sacro sotto la guida di Pietro Annigoni, uno dei maggiori esperti dell'affresco ed in seguito affianca artisti di livello internazionale sia nel campo pittorico che illustrativo, con esposizioni personali a Zurigo, Friburgo, Parigi, Bruxelles, New York, Mosca e in molte altre città. Grazie a ciò attira l'attenzione della critica tanto da partecipare più volte a programmi culturali radiofonici e televisivi di tutta Europa.
STILE ECLETTICO
«Un altro seme sta fecondando, con la poesia del sogno, la terra surreale», così Salvador Dalì il 7 agosto 1975 descriveva l'astro nascente venuto da Sacile. Ed in effetti le doti raffinate di grafica e pittura di Cattarin seguono i labirinti di un viaggio onirico, le sue opere sono cariche di fascino e mistero. Il tratto all'apparenza denota una personalità radiosa e misurata, ma nasconde una complessità che è la fonte tormentata di tutte le sue ispirazioni. Ecco nascere quindi quel filone del surrealismo che caratterizzerà gran parte dei suoi lavori in tutta la carriera.
SCULTURE & MERIDIANE
Ma l'aspetto complesso e poliedrico di Cattarin non pone limiti assoluti al suo stile di base e per questo motivo a volte la sua firma appare in opere legate al realismo della cultura popolare e della storia antica. Raccontare l'antologia di Gabriele Cattarin non è facile, perché le opere realizzate nel corso del tempo sono davvero tante, sia come artista in senso stretto ma anche come progettista e designer di spazi. Ed è proprio questa molteplicità di vedute che ha portato l'artista ad assumere differenti soluzioni per ogni tema proposto. «Le scelte su cosa disegnare, affrescare, scolpire erano già scritte, segnate, marcate nella tela, nel muro o nella roccia. Dovevano solo essere rese visibili agli occhi di tutti», afferma Cattarin. «È forse per questo aspetto che non mi sono mai limitato ad una sola tecnica». Tra le opere più importanti, sicuramente le realizzazioni marmoree, come le due Madonne per una cappella privata dei principi di Monaco. Un altro lavoro significativo è rappresentato dall'orologio solare a pavimento che si può visitare a Lignano Sabbiadoro all'interno del complesso La porta del mare. Si tratta di un enorme occhio rivolto verso il cielo in cui una vela, con la sua ombra, riproduce le ore, i solstizi e gli equinozi. Il tutto è coronato da medaglioni in marmo che raffigurano gli otto venti iscritti con sonetti in latino. Una vera passione per l'artista quella per le meridiane, tanto da averne realizzate oltre un centinaio.
GLI AFFRESCHI
Altro filone, quello degli affreschi. A Tarzo, Cattarin ha partecipato con quattro opere al progetto La Via dei Murales, mentre a Sarmede si possono ammirare oltre quaranta affreschi, tutti con tema didattico pedagogico. Anche i palazzi ed i fortilizi sono stati argomento di studio, come il castello di Spessa a Capriva del Friuli, decorato alle pareti ed ai soffitti, oppure il castello di Brazzacco in cui appaiono cinquanta affreschi dedicati a Pietro Savorgnan di Brazzacco fondatore della capitale del Congo e un libro guida dedicato all'illustratore céco Stepan Zavrel. Ampio il filone religioso, che racchiude dipinti, vetrate e sculture. Tra le chiese meglio rappresentate, sicuramente quella di Ponte della Muda con un magnifico ciclo di affreschi dedicato agli evangelisti.
Giovanni Carraro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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