La storia di 200 sesterzi romani per le divinità sul Monte Cesen

Sabato 9 Novembre 2019
LA SCOPERTA
Nascoste da pastori, mercanti o corrieri militari sotto terra, su sentieri pericolosi e su passi montani, per accattivarsi la protezione delle divinità. È questa una delle suggestive ipotesi che si nasconde dietro alla scoperta di oltre duecento monete romane sesterzi, denari, dupondii e assi emerse dalla cima del monte Cesen, la montagna di Valdobbiadene a cavallo tra le province di Treviso e Belluno. Le prime 114 monete vennero rinvenute nel 1996 dal valdobbiadenese e appassionato di archeologia Ugo Dalla Longa. Poi, a seguito di tre campagne di scavo condotte dalla Sovrintendenza tra il 2012 e il 2015, sempre dalla cima del Cesen ne emersero altre 106. Ora l'esito di queste indagini, fino ad oggi tenute riservate, saranno al centro di un incontro pubblico che si terrà sabato 23 novembre, alle 17, nell'auditorium Piva di Valdobbiadene. Saranno presentati ufficialmente il rinvenimento delle monete e le tre campagne di scavo archeologico, ma anche le attività di restauro e il progetto di valorizzazione di questi reperti che, al momento, sono stati consegnati al Museo di Montebelluna, ma che il Comune di Valdobbiadene, nel costituendo Museo del Paesaggio, punta ad esporre. Interverranno alla presentazione Benedetta Prosdocimi, archeologo della Soprintendenza, Emanuela Gilli, conservatrice del Museo Civico di Montebelluna, Luca Rinaldi, geo/archeologo e direttore tecnico degli scavi, Marco Perale, storico e assessore alla cultura del Comune di Belluno e Luciano Fregonese, sindaco di Valdobbiadene. «Nel 1996 ripercorre Ugo Dalla Longa, socio dell'associazione Amici del Museo di Belluno un rinvenimento di superficie, cioè occasionale, mi permise di portare alla luce sulla vetta del Cesen 114 monete romane. Subito informai la Soprintendenza e, dopo molti anni, riuscimmo ad organizzare un primo scavo archeologico. Era il 2012 e mi occupai dei finanziamenti e dell'organizzazione logistica degli scavi».
LAVORO DI RICERCA
Sotto la direzione dell'archeologo Rinaldi, in cima al Cesen, a pochi metri dalla grande croce in legno che svetta sulla cima, partirono così le campagne di scavo, tre, ciascuna della durata di dieci giorni. Con il finanziamento di Banca Prealpi, Comune di Valdobbiadene e Fondazione Veneto Banca gli scavi vennero eseguiti nel 2012, 2013 e nel 2015. «Nel corso di questi scavi prosegue Dalla Longa emersero altre monete che confermarono il mio ritrovamento. E alla fine vennero consegnate al Museo di Montebelluna 220 monete romane databili tra il II e il IV secolo d.C. e quasi tutte di bronzo». Sesterzi, denari, dupondii e assi con i ritratti di imperatori come Marco Aurelio o Antonino Pio, alcuni in buono stato, altri meno, emersero da un'area di circa 200 metri quadrati posta nella zona nord della vetta. «Per me quella scoperta, fatta 23 anni fa, fu una grande sorpresa, ma anche una conferma, visto che già nel 1939 sulla vetta del Visentin (montagna a scavalco delle province di Treviso e Belluno che domina dall'alto Vittorio Veneto ndr) vennero pure trovate delle monete romane» afferma Dalla Longa. Difficile al momento poter dire se i due siti, Cesen e Visentin, fossero lungo uno stesso sentiero: in merito gli storici stanno eseguendo opportune verifiche e maggiori dettagli. «Fino ad oggi interviene il sindaco di Valdobbiadene, Luciano Fregonese su questi scavi si è sempre mantenuta la riservatezza. Per noi di Valdobbiadene questa scoperta è senz'altro eccezionale e mi auguro di poter esporre nel museo che stiamo allestendo alcune di queste monete».
Claudia Borsoi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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