LA SCOPERTA
In un luogo come Altino a volte basta uno sguardo più ampio

Venerdì 26 Febbraio 2021
LA SCOPERTA
In un luogo come Altino a volte basta uno sguardo più ampio per fare nuove scoperte. Due recenti studi di Ca' Foscari, che in questi ultimi mesi sta dedicando molte energie ad Altino, hanno messo in luce altri reperti e nuovi spunti che permetteranno di aggiornare la ricostruzione della città romana. È di questi giorni l'annuncio della conferma dell'esistenza di un porto urbano, con una darsena lungo la quale sorgevano edifici che ancora non risultavano nelle mappe. A svelarlo le nuove foto aeree e satellitari e le indagini geofisiche, strumento di questa ultima indagine cafoscarina. Una tecnica che un paio di anni fa aveva permesso a di svelare anche la presenza di un antico ponte sul Sile. Se era facile sospettare che Altino fosse dotata di un porto, in considerazione del ruolo commerciale della città romana e dei reperti emersi con i tanti scavi, la ricostruzione del suo sistema portuale è una novità.
LO STUDIO
La ricerca senza scavo di Ca' Foscari, portata avanti da un'equipe coordinata da Carlo Beltrame, sta permettendo di ricostruire nitidamente l'aspetto del porto urbano mentre indagini subacquee consentono di interpretare strutture di età romana della laguna nord. La darsena a elle, già tracciata sempre con una foto da Paolo Mozzi, geologo dell'Università di Padova, si scopre essere perfettamente inserita nella maglia ortogonale degli isolati della città, secondo un progetto urbanistico ben chiaro, e collegata per mezzo di uno stretto canale all'attuale canale Sioncello. Le nuova indagini geomagnetiche hanno permesso di ottenere un'immagine piuttosto nitida dell'area portuale svelando anche numerosi edifici collocati attorno alla darsena di cui non si aveva conoscenza e che non si vedevano dalle foto aeree mentre le analisi subacquee e terrestri hanno permesso di datare il tutto nel primo secolo d.C.
ALTRE NOVITÀ
Ma ad Altino si continua anche a scavare. È sempre di Ca' Foscari (in questo caso del team del progetto Alla ricerca di Altinum del Dipartimento di Studi Umanistici) il recente rinvenimento di un grande edificio pubblico di età romana, dotato di possenti fondazioni. Una trentina di studenti, sotto la guida del professore Luigi Sperti, ha svolto lo scavo in località Ghiacciaia che confina con l'area archeologica della porta approdo, uno dei settori residenziali dell'antica città romana. Anche in questo caso la tecnologia è stata fondamentale perché l'apertura di una nuova area di scavo è avvenuta in corrispondenza di tracce ben visibili dalle foto aeree. «Si tratta di una struttura indagata solo in parte, probabilmente un edificio pubblico - spiegano da Ca' Foscari -, ma è già evidente la sua ricchezza: tra i reperti emersi dal terreno spiccano infatti numerosi frammenti di intonaco policromo, dipinto con motivi figurativi di carattere geometrico e vegetale, oltre a lastre di marmo colorato, provenienti da diverse cave dell'Italia, della Grecia, dell'Asia Minore e dell'Africa settentrionale. La qualità del rivestimento sia parietale che pavimentale fa pensare ad un edificio con funzione pubblica di un certo rilievo, anche se non ne è ancora stata chiaramente determinata la funzione». L'indagine proseguirà quest'anno. «Quello che si cerca di indagare in questa campagna è la città di Altino, la città dei vivi, più di quella dei morti, con le necropoli che sono state oggetto di tante ricerche in passato ha spiegato Silvia Cipriano, direttrice dei lavori sul campo - A noi interessa il centro urbano di Altino, gli edifici privati e pubblici, che sono conservati in maniera molto residuale perché Altino, in età tardoantica, è diventata una cava di materiali per la costruzione di Venezia».
Melody Fusaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci