LA PROVA
ERFOUD
L'idea di Suv confinata al suolo urbano è superata. Sebbene

Martedì 19 Marzo 2019
LA PROVA ERFOUD L'idea di Suv confinata al suolo urbano è superata. Sebbene
LA PROVA
ERFOUD
L'idea di Suv confinata al suolo urbano è superata. Sebbene la maggior parte di essi circoleranno esclusivamente in città, c'è chi prova a fare qualcosa di alternativo. Come Seat, che, per dimostrare il potenziale del modello Tarraco, prova a sfidare le insidie del deserto. Non uno qualsiasi, ma il più famoso e difficile di tutti: il Sahara. La sabbia finissima e le dune alte come montagne fanno da scenario ad una prova originale ed insolita. Non sono spazio e versatilità gli elementi di giudizio (sebbene su Tarraco non manchino), ma trazione e caratteristiche in off-road. Elementi che spesso non si considerano quando si passa alla voce Suv. E che invece sono parte integrante del pacchetto offerto da Seat. Si perché le vetture che hanno preso parte a questo singolare Desert Camp sono in tutto e per tutto le stesse che escono dalla linea di produzione.
LABILI TRACCE
L'unico accorgimento concesso sono stati un treno di pneumatici più adatti all'impiego in fuoristrada: dei quattro stagioni a marchio francese, assolutamente di serie e pertanto potenzialmente disponibili per chiunque. Una variabile decisamente più affine allo sterrato, utile a masticare gli infiniti granelli di sabbia che si incontrano lungo i sentieri del Sahara. Sempre che le tracce ci siano. Parlare di vere e proprie strade sarebbe aleatorio. Ci sono piuttosto delle porzioni di deserto battuto. Il vantaggio odierno è dettato dalla presenza di applicazioni che ti consentono di navigare in un contesto come questo. Perché come facciano ad orientarsi da queste parti, senza l'ausilio della tecnologia, rimane davvero un mistero. E forse vale davvero la regola che ciascuno conosce la propria casa come le proprie tasche.
Riflessioni che nulla tolgono al potenziale di Tarraco nel deserto. Al di là di accorgimenti come quello degli pneumatici, ci sono poi alcune peculiarità da considerare quando si è alla guida. Bisogna saper sfruttare al massimo il potenziale in dote al sistema a quattro ruote motrici 4Drive. E per una volta le differenze tra le diverse modalità di guida hanno una finalità utile a questo scopo. Così in primis bisogna settare i parametri del 4Drive sul modo off-road. In questo modo la risposta dell'acceleratore segue una curva caratteristica adatta ad un impiego di Tarraco in fuoristrada. Segue a ruota il cambio Dsg a 7 marce. L'altezza da terra rimane invece invariata, pari a 201 mm. Mentre l'angolo di attacco di 19,1° e quello di uscita da 21,4° sembrerebbero più utili ad arrampicarsi su di un marciapiede per accaparrarsi un parcheggio, piuttosto che a conquistare una duna. Vero sulla carta, sebbene all'atto pratico siano risultati più che sufficienti. Anche perché tutto dipende dallo stile di guida: motore sempre in presa e marce basse. Costanza è la parola d'ordine, fiducia è invece quella che bisogna riporre nell'elettronica. Ultimo accorgimento da prendere, ma non meno importante, è passare al modo sport del sistema di controllo della Stabilità. Essendo precaria la motricità sulla sabbia, è necessario che l'Esp non limiti l'azione delle ruote.
Di default la trazione è trasmessa al solo asse anteriore, ma in caso di necessità (leggasi perdita di aderenza), il pacco si chiude e la coppia passa pure all'asse posteriore. Le percentuali variano a seconda della particolare situazione di marcia, sino ad arrivare ad un 50-50. A fungere da autobloccante ci pensa l'impianto frenante che, grazie all'intervento puntuale sui singoli freni, smorza la ruota (o le ruote) che sta perdendo aderenza. È comunque l'elettronica a sovrintendere la trazione 4x4. L'avventura ha inizio nei pressi della zona di Erfoud. Città del Marocco, nella provincia di Errachidia, nella regione di Draâ-Tafilalet. Pochi i chilometri che la separano dall'Algeria.
DIMENSIONE INEDITA
Un mix di dune e terra che catapulta in una dimensione inedita, sia per Tarraco sia per chi si è seduto dietro al volante. I paesaggi da cartolina non devono confondere, le difficoltà da affrontare sono molte, ma il comfort a bordo è una garanzia inequivocabile. Decisamente meglio che solcare il Sahara a bordo dei dromedari. Animali fondamentali nell'economia locale. Ma se un tempo il ruolo di nave del deserto aveva una valenza logistica, legata alla possibilità di trasportare del materiale, oggi il ruolo dei dromedari è quasi esclusivamente confinato a quello del turismo. Più gratificante però poter contare sull'aria condizionata e gli apparati di infotainment offerti da Tarraco. Un sistema multimediale che metto in campo allo stesso tempo Apple CarPlay, Android Auto e MirrorLink. Il tutto condito dalla presenza del Seat Media Cockpit, che manda ufficialmente in pensione l'idea di analogico. Un corredo che completa l'esperienza di guida nel deserto.
Cesare Cappa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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