LA PROVA
ALBEROBELLO Aperta o chiusa, è così intrigante che non consente

Martedì 13 Febbraio 2018
LA PROVA
ALBEROBELLO Aperta o chiusa, è così intrigante che non consente di entrarci dentro prima di girarci intorno. Bassa, filante, raffinata. Sportiva, ma di classe, sfoggia i classici fari ad L ancora più integrati e due eleganti pinne sul cofano posteriore che collegano lo spoiler al tetto. Interessante il bagagliaio (292 litri) in grado di ospitare due trolley se si vuole viaggiare con il vento fra i capelli che diventano tre quando ci si accontenta della configurazione coupé. L'ingresso a bordo è comodo, quasi come quello di una berlina; sul ponte di comando tutto è al posto giusto e ci si sente immediatamente a proprio agio anche grazie alle numerose (18) possibilità di regolare elettricamente i sedili con anima in magnesio.
I comandi principali del famoso cambio F1 automatico a doppia frizione, con le immancabili paddle in alluminio dietro il volante (fisse sul piantone), sono nel bridge centrale che divide il cockpit dall'area passeggero, ci sono diversi spazi (quasi sorprendenti) per mettere le piccole cose. Come vuole la tradizione del brand le fondamentali funzioni del bolide si gestiscono dal volante. Quando si spinge il pulsante Start parte la musica, un sound personalizzato per la Portofino che cambia di intensità grazie alle valvole sull'impianto di scarico per la prima volta a comando elettrico. La melodia varia anche, oltre che da come si spinge il gas, dalla posizione in cui è il manettino: più soft su Comfort, più grintosa in Sport. Sotto il cofano romba la nuova generazione del V8 sovralimentato eletto per due volte di fila (2016-2017) Motore dell'Anno. Albero piatto, nuovi pistoni e bielle in alluminio, collettori di scarico in blocco unico che sparano a gas direttamente sui due turbocompressori twinscroll ravvicinati.
I cavalli salgono a 600, la risposta è immediatamente disponibile, la coppia arriva a 760 Nm da 3.000 a 7.500 giri (è il massimo regime di rotazione), ma la curva varia a seconda delle marce inserite (è più ripida nei rapporti bassi per esaltare la progressione). Impressionanti le performance: 0-100 in 3,5 secondi, 0-200 in 10,8, la velocità massima supera i 320 km/h. Grazie alle ruote da 20 pollici, davanti con canale da 8 pollici (pneumatici 245), dietro da 10 (285), alle sospensioni con molle più rigide (15,5% all'avantreno, 19% al retrotreno) e ammortizzatori magnetoreologici ulteriormente evoluti, l'assetto è perfetto con più precisione di guida e maggior comfort sullo sconnesso.
Un grande contributo all'handling arriva da due anteprime sulla gamma delle Ferrari GT: il servosterzo elettrico e l'E-Diff, la terza generazione del differenziale elettronico che esalta l'agilità inviando la coppia alla ruota che ne ha più bisogno. I freni? Carboceramici da favola: da 100 km/h a 0 la Portofino si arresta in soli 34 metri.
G.Urs.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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