«LA PIÙ DOLOROSA DELLA MIA GESTIONE»

Lunedì 18 Febbraio 2019
BASKET
La batosta è stata pesantissima e il rischio è che possa lasciare strascichi. Perché al di là dell'eliminazione al primo turno di Final Eight comunque la settima in altrettante partecipazioni e parlare di «maledizione Coppa Italia» ora non è eccessivo c'è modo e modo di perdere. E il ko 89-88 contro Sassari è stato sanguinoso perché conferma, da un lato, l'allergia dell'Umana Reyer alle partite secche (oltre alla Coppa Italia ci sono la finale di Supercoppa con Milano e la Final Four di Champions League perché la vittoria in Europe Cup è arrivata con andata e ritorno) e, dall'altro, una discontinuità che nelle ultime partite italiane (Pesaro, Trento e Sassari) ha mostrato poca serenità e lucidità. Una gara incredibile quella del Mandela Forum, gettata via dagli orogranata che a metà terzo periodo conducevano 72-52. Un +20 dilapidato contro una Sassari che arrivava da tre pesanti sconfitte di fila e da un cambio allenatore a tre giorni dal quarto di coppa con Gianmarco Pozzecco che, al di là della spinta emotiva, non ha certo avuto il tempo di portare chissà quali aggiustamenti contro una Reyer che invece proprio dalle conferme del roster (e quindi del sistema di gioco) ha sempre sottolineato di trarre la propria forza. «Una sconfitta dolorosa. Forse la più dolorosa della mia gestione» ha ammesso De Raffaele che incassa la seconda botta dopo aver perso male con Trento. Come si era vista «una partita giocata solo per metà» coi trentini, per metà si è continuata a vedere anche quella con Sassari. Con una nota di demerito in più perché nelle battute conclusive la Reyer era riuscita a rimetterla in piedi sull'87-82 grazie alla tripla di Andrea De Nicolao (dimenticato in panchina per 35') e Mitchell Watt che il suo apporto lo dà sempre (16 punti e 6 rimbalzi) a differenza di un Austin Daye che ora è davvero un problema per una gestione tecnica che competizione interna e ballottaggio lo sta facendo pesare solo sulla coppia Vidmar-Washington. Ma al di là delle disquisizioni tecniche effettuare 34 tiri da tre (comunque realizzati al 50%) e solo 19 da due in 40' fa comunque riflettere , la sensazione emersa nell'ultimo quarto con Sassari è stata quella di totale confusione. E lo ha evidenziato pure il sindaco-patron Luigi Brugnaro: «Abbiamo perso prima la testa e poi la partita» ha twittato prendendo con grande sportività «la botta». Emblematici due episodi: il fallo di Stone su Pierre nel finale da cui è nato il sorpasso-vittoria e che, vista la reazione di De Raffaele verso il play, non era stato concordato; il time out chiamato da De Raffaele a 3 dalla fine che, con Pozzecco a secco di sospensioni, ha permesso a Sassari di organizzare l'ultima decisiva giocata per Cooley. Una gestione che ha sollevato molte perplessità, in primis fra i tifosi che hanno digerito malissimo non tanto la sconfitta ma come è maturata. E che conferma la scarsa serenità della Reyer perché con Pesaro ha dovuto rimontare 24 punti, con Trento 20, con Sassari ne ha scialacquati 20. Dopo la pausa l'Umana si troverà ad affrontare fra campionato e Champions League il poker Virtus Bologna-Nizhny Novgorod-Sassari-Novgorod: al di là di posizioni in classifica e cammino in Europa, si gioca tanto.
Giacomo Garbisa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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