LA MOSTRA

Domenica 13 Agosto 2017
Nel Settecento le feste a Venezia erano assai diverse da quelle attuali. I tappeti alle finestre, gli archi trionfali, le barche di parata, le decorazioni delle chiese e dei palazzi addobbavano l'intera città, la rivestivano per la gioia dei cittadini e dei forestieri. L'Illuminismo ed il Romanticismo, culture che odiavano e disprezzavano lo stile barocco, hanno poi cancellato questi fastosi eventi effimeri, se si eccettua forse la Regata storica. Eppure, proprio in questi giorni, Fabrizio Plessi utilizza magistralmente alla Fenice i calchi delle decorazioni bruciate nell'incendio del 1996 per una esposizione di questo tipo. Alla distruzione di queste antiche forme artistiche, frutto del virtuosismo e dell'abilità degli artisti e degli artigiani di Venezia, è sfuggita, quasi per miracolo, la dotazione della Scuola Grande di San Rocco, i cui apparati ai primi del Novecento furono accumulati, a brandelli e senza alcun ordine, in casse e messi nei magazzini. Legni dorati, mensole istoriate, sostegni portareliquie, baldacchini e soleri, assieme a broccati, cordoni e damaschi a decoro dei serramenti e delle paraste architettoniche, sono rimasti dimenticati per più di un secolo in sottoscala, quale pasto per i tarli xilofagi. Ma fortunatamente, non sono andati distrutti. Una decina di anni fa, inventariati e fotografati i resti, si cominciò a ricomporre il puzzle dei vari decori e a ricostruirli aiutati dai validi marangoni della Bassa veronese, dove è stata restaurata la Grande Cantoria della Chiesa. Mercoledì 16 agosto, Festa di San Rocco, si potrà vedere in gran parte ricomposta la decorazione della Sala dell'Albergo nella Scuola Grande, con gli addobbi settecenteschi posti sotto la famosa Crocifissione di Jacopo Tintoretto ed attorno ai finestroni dello Scarpagnino, con l'Espositorio delle Reliquie lungo quasi 13 metri e tutti gli altri sostegni per i lumi ed i tendaggi. I pezzi mancanti sono in corso di recupero, per cui si ritiene che per la ricorrenza di San Rocco del 2018 l Sala si potrà ammirare completamente arredata secondo le intenzioni dei nostri antichi predecessori. Altre decorazioni in legno a foglia d'oro, veri ricami del virtuosismo veneziano, si potranno vedere nel Salone maggiore ed in prospettiva nella Chiesa, scoprendo via via un mondo di bellezza e di bravura che si pensava del tutto scomparso. In campo sarà disposto il Tendon del Doge realizzato ai primi dell'Ottocento. La musica di Claudio Monteverdi che risuonerà durante il Pontificale e nel concerto notturno, costituirà il naturale complemento di una ricostruzione storica e stilistica possibile solo a Venezia, quale dono a tutti i cittadini per la loro festa patronale. A San Rocco si può così ammirare ora una delle più ricche collezioni di sculture lignee di epoca barocca, poiché ai famosi bassorilievi di Francesco Pianta ed ai dossali di Giovanni Marchiori, si aggiungono gli intagli dei grandi soffitti, le radiche della Cancelleria vecchia ed infine gli apparati dell'ultimo rococò che costituiscono la sorpresa di quest'anno. Siamo negli ultimi decenni del Settecento. Di solito se ne dice male. Eppure la Repubblica concludeva la sua vicenda millenaria con questo lascito di bellezza e di sontuosità.
*Guardian Grando
della Scuola Grande di San Rocco

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci