LA LETTERA
VENEZIA Nel cuore e nella testa, Piersante Paneghel ha ancora il sorriso

Mercoledì 23 Gennaio 2019
LA LETTERA VENEZIA Nel cuore e nella testa, Piersante Paneghel ha ancora il sorriso
LA LETTERA
VENEZIA Nel cuore e nella testa, Piersante Paneghel ha ancora il sorriso di Valeria Solesin, sua nipote, la ricercatrice di Venezia morta sotto i colpi della banda di terroristi che la sera del 13 novembre 2015 aveva gettato nel terrore Parigi con l'attentato al teatro Bataclan, durante un concerto degli Eagles of Death Metal. Ed è stato quel ricordo indelebile a spingerlo sulla tastiera del computer per scrivere una lettera aperta e di sostegno ai cinque torinesi che hanno combattuto in Siria a fianco delle milizie curde (quindi contro Isis) e per cui due giorni fa la procura ha chiesto la sorveglianza speciale - con divieto di dimora a Torino - per «pericolosità sociale». La lettera, pubblicata ieri pomeriggio sul sito della Wu Ming Foundation, prende le difese dei cinque, in memoria di Valeria.
«Cari Paolo, Eddi, Jak, Davide e Jacopo, volevo ringraziarvi. Quello che vi stanno facendo non è giusto - scrive lo zio della ricercatrice - Quando tre anni fa Daesh si prese la vita di mia nipote Valeria al Bataclan ero già immerso da tempo nelle vicende del Rojava e della Siria. Il capodanno precedente l'avevo passato con la testa a Kobane, dove accadeva l'incredibile. Per la prima volta Daesh era stato fermato. Nei mesi successivi sembrava addirittura che tutto il Rojava potesse essere riunificato, il ché avrebbe bloccato completamente la frontiera terrestre tra l'Isis e l'Europa. Non è successo purtroppo, la Turchia lo ha impedito per molte ragioni ignobili, ed è per questa porta tenuta aperta da Erdogan allora come oggi che sono transitati i sicari del Bataclan», si legge sul sito della Fondazione.
«La guerra in Siria che osservavo da un anno ogni giorno, ogni ora, era uscita dal monitor e si era presa un pezzo della mia vita», continua. Rivolgendosi poi alla decisione dei cinque: «Avete fatto una scelta terribile mettendo sul piatto la vostra vita e ho temuto per voi. Vi ho seguito per quello che ho potuto e ho sperato che non vi succedesse nulla. Ho scoperto poi che la morte di Valeria aveva influito in questa scelta per alcuni di voi, e questo ha aumentato la mia stima silenziosa nei vostri confronti. Vi scrivo per dirvi che vi sono vicino e trovo aberrante quello che vi sta succedendo. Sarei felice di poter contribuire alle spese legali che ingiustamente dovrete ora sobbarcarvi e ciascuno di voi avrà per sempre il mio affetto e la mia considerazione».
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci