LA LETTERA
Ci ha impiegato più di venti giorni per arrivare dalla scrivania

Giovedì 12 Ottobre 2017
LA LETTERA Ci ha impiegato più di venti giorni per arrivare dalla scrivania
LA LETTERA
Ci ha impiegato più di venti giorni per arrivare dalla scrivania della Segreteria di Stato pontificia alle mani del regista padovano Andrea Segre. È una lettera firmata da mons. Paolo Borgia, scritta poco dopo l'invio in Vaticano di una copia del film L'ordine delle cose che è stato presentato alla scorsa Mostra del Cinema. Una missiva del tutto inaspettata e per questo ancora più gradita e nella quale si coglie l'apprezzamento di Papa Francesco per l'opera di Segre.
BERGOGLIO GRADISCE
Il lungometraggio affronta il tema dell'immigrazione e degli accordi tra Italia e Libia per frenare gli sbarchi sulle nostre coste. «Sua Santità - si legge - esorta a una sempre proficua attività artistica e culturale, offerta quale servizio alla Bellezza e alla Verità e punto qualificante per una seria riflessione su temi oggi quanto mai attuali e dai risvolti problematici». Un riconoscimento del valore artistico dell'opera e l'intenzione originaria: interrogarsi e interrogare su un fenomeno che divide, che ancora non si riesce a gestire e che non lascia indifferente nessuna coscienza. «Dalla lettera emerge la necessità, anche per la Santa Sede, di una riflessione seria e consapevole. Ed è ciò che riscontro nei numerosi e lunghi dibattiti che seguono la proiezione del film - spiega Andrea Segre - C'è una parte del Paese che non si accontenta più di sapere se sbarcheranno più o meno migranti. Ma vuole capire in cosa consistono gli accordi con la Libia, come vengono trattenuti quelli che sono pronti a fuggire, quali sono le vere ragioni della riduzione degli arrivi».
FILM ALLA MOSTRA
Il film, nella sua impostazione documentaristica, non offre risposte ma mette in luce il contrasto tra la logica della missione del protagonista (un funzionario del Ministero degli Interni incaricato di trovare un accordo con le autorità libiche) e la sua etica, che lo spinge a farsi coinvolgere dalle vicende umane di una donna somala. E dall'Italia, dove sono in programma ancora molte proiezioni, la riflessione proposta da Segre approderà a fine ottobre in Francia, a partire da febbraio, nelle sale cinematografiche.
Laura D'Orsi
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