L'ANNIVERSARIO
Esplora il movimento in tutte le direzioni. Questa è la cifra della danza verticale che rende ogni luogo possibile, aperto e accessibile. Danza, musica dal vivo e architettura si incontrano in un unicum dal sapore originale ed eclettico, grazie alle performance dei ballerini della compagnia veneziana di danza verticale Il Posto, nata 25 anni fa. Per loro la quinta teatrale è qualsiasi superficie su parete: architetture antiche o contemporanee, interne o esterne. Ogni volta la pelle dell'edificio su cui danzano è diversa e porta una nuova sfida dove arte e vita si incontrano, anche in esibizioni aeree completamente sospese nel vuoto. La danza così diventa espressione più alta di ciò che si può raggiungere attraverso l'espressività del corpo che, libero in volo, crea un gioco tra armonia dei movimenti nonostante l'impressionante forza fisica impiegata. Un'esperienza unica non solo da vivere ma anche da vedere: il movimento su parete verticale modifica infatti il processo di conoscenza dello spazio e della gravità in atto fin dalla nascita, proponendo una nuova visione del mondo.
GLI ESORDI
Era l'inizio degli anni 90 quando Wanda Moretti, danzatrice di formazione contemporanea, inizia a cercare nuove modalità di intendere il movimento. «Desideravo sperimentare movimenti originali. Ho iniziato a fare studi lavorando e danzando su vari tipi di parete. Dopo aver presentato piccole performance insieme al sassofonista Marco Castelli, nel 1994 ho formato la compagnia iniziando ad occuparmi della formazione dei danzatori e a realizzare le coreografie» racconta, spiegando come il lavoro si sia sviluppato fino ad arrivare ad essere riconosciuto internazionalmente. Il centro di danza verticale, unico in Italia, ogni anno organizza un corso annuale per formare ballerini professionisti o acrobati provenienti da tutta Italia e inoltre propone workshop. Gli allenamenti si svolgono nella sede di Forte Marghera a Mestre o nella Palestra della Reyer a Sant'Alvise a Venezia dove il 27 marzo la compagnia, dopo 25 anni di attività, ha realizzato un open day per ragazzi dagli 11 ai 16 anni amanti della danza. I ragazzi hanno provato ad indossare le imbragature, camminare e muoversi sulla parete. «Abbiamo bisogno di trovare nuove leve. Il prossimo anno partirà anche un percorso per giovani danzatori per dare nozioni di danza contemporanea e verticale in modo da formare nuovi professionisti» spiega Moretti. Attualmente la compagnia è composta da sette danzatori, 3 uomini e 4 donne, provenienti da Venezia, Roma, Parma e Modena. Si allenano minimo dalle 2 alle 3 ore al giorno, lavorando sul movimento e la capacità di gestire il corpo.
GLI SPETTACOLI
Diverse sono le esibizioni che la compagnia quest'anno porterà in giro per il mondo. Ultima creazione è Gigante con cui i danzatori rappresentano il progresso dell'umanità verso il futuro. Altri spettacoli sono Full Wall, il best of delle performance, e la Sfera di Hill, un lavoro in gru dove i danzatori, come mondi paralleli, toccano il tema della vicinanza e lontananza tra persone. Il primo spettacolo della stagione è stato il 7 aprile a Palazzo degli Anziani ad Ancona, dove è stata presentata la coreografia Forme uniche. Ispirata alla scultura di Boccioni, analizza la capacità delle persone di trasformarsi ed adattarsi nei luoghi e agli altri: «È uno spettacolo molto completo in cui lavoriamo con una video proiezione che crea un mapping sulle architetture che si muove in sincrono con ballerini e musica». Molti sono gli edifici su cui Il Posto ha danzato, come il campanile di San Marco a Venezia per l'apertura del carnevale 2007. Tra gli ultimi il Museo M9 in occasione dell'opening, Palazzo dei Trecento a Treviso e il Vescovado di Parma per il Festival Verdi. Tra le partecipazioni internazionali memorabile quella di Bangkok con lo spettacolo Little Nemo.
Durante le performance i ballerini sono legati con un sistema di corde che non vanno a danneggiare la struttura architettonica. «Ogni volta è un'esperienza diversa e creiamo un progetto specifico. Inoltre cambiando i punti di ancoraggio si modifica anche lo spettacolo» spiega la coreografa, che ha anche brevettato la prima imbragatura per la danza verticale. «Quelle in commercio non erano adatte, così per alcuni anni ho lavorato su un prototipo con la ditta Singing Rock. Avevo bisogno di un'imbragatura performante che accompagnasse al meglio il movimento di danza ma fosse anche resistente» dice, anticipando che l'imbrago è stato messo in produzione e per l'estate sarà in commercio in tutta Europa. Le date dei prossimi spettacoli in Italia saranno a Verbania, Varese ed Arco, mentre all'estero in Francia a Parigi e Lione e in Irlanda a Limerick. Quest'anno la compagnia inoltre tornerà a Venezia con uno spettacolo, ma dove e come resta ancora top secret.
Francesca Catalano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA Esplora il movimento in tutte le direzioni. Questa è la cifra della danza verticale che rende ogni luogo possibile, aperto e accessibile. Danza, musica dal vivo e architettura si incontrano in un unicum dal sapore originale ed eclettico, grazie alle performance dei ballerini della compagnia veneziana di danza verticale Il Posto, nata 25 anni fa. Per loro la quinta teatrale è qualsiasi superficie su parete: architetture antiche o contemporanee, interne o esterne. Ogni volta la pelle dell'edificio su cui danzano è diversa e porta una nuova sfida dove arte e vita si incontrano, anche in esibizioni aeree completamente sospese nel vuoto. La danza così diventa espressione più alta di ciò che si può raggiungere attraverso l'espressività del corpo che, libero in volo, crea un gioco tra armonia dei movimenti nonostante l'impressionante forza fisica impiegata. Un'esperienza unica non solo da vivere ma anche da vedere: il movimento su parete verticale modifica infatti il processo di conoscenza dello spazio e della gravità in atto fin dalla nascita, proponendo una nuova visione del mondo.
GLI ESORDI
Era l'inizio degli anni 90 quando Wanda Moretti, danzatrice di formazione contemporanea, inizia a cercare nuove modalità di intendere il movimento. «Desideravo sperimentare movimenti originali. Ho iniziato a fare studi lavorando e danzando su vari tipi di parete. Dopo aver presentato piccole performance insieme al sassofonista Marco Castelli, nel 1994 ho formato la compagnia iniziando ad occuparmi della formazione dei danzatori e a realizzare le coreografie» racconta, spiegando come il lavoro si sia sviluppato fino ad arrivare ad essere riconosciuto internazionalmente. Il centro di danza verticale, unico in Italia, ogni anno organizza un corso annuale per formare ballerini professionisti o acrobati provenienti da tutta Italia e inoltre propone workshop. Gli allenamenti si svolgono nella sede di Forte Marghera a Mestre o nella Palestra della Reyer a Sant'Alvise a Venezia dove il 27 marzo la compagnia, dopo 25 anni di attività, ha realizzato un open day per ragazzi dagli 11 ai 16 anni amanti della danza. I ragazzi hanno provato ad indossare le imbragature, camminare e muoversi sulla parete. «Abbiamo bisogno di trovare nuove leve. Il prossimo anno partirà anche un percorso per giovani danzatori per dare nozioni di danza contemporanea e verticale in modo da formare nuovi professionisti» spiega Moretti. Attualmente la compagnia è composta da sette danzatori, 3 uomini e 4 donne, provenienti da Venezia, Roma, Parma e Modena. Si allenano minimo dalle 2 alle 3 ore al giorno, lavorando sul movimento e la capacità di gestire il corpo.
GLI SPETTACOLI
Diverse sono le esibizioni che la compagnia quest'anno porterà in giro per il mondo. Ultima creazione è Gigante con cui i danzatori rappresentano il progresso dell'umanità verso il futuro. Altri spettacoli sono Full Wall, il best of delle performance, e la Sfera di Hill, un lavoro in gru dove i danzatori, come mondi paralleli, toccano il tema della vicinanza e lontananza tra persone. Il primo spettacolo della stagione è stato il 7 aprile a Palazzo degli Anziani ad Ancona, dove è stata presentata la coreografia Forme uniche. Ispirata alla scultura di Boccioni, analizza la capacità delle persone di trasformarsi ed adattarsi nei luoghi e agli altri: «È uno spettacolo molto completo in cui lavoriamo con una video proiezione che crea un mapping sulle architetture che si muove in sincrono con ballerini e musica». Molti sono gli edifici su cui Il Posto ha danzato, come il campanile di San Marco a Venezia per l'apertura del carnevale 2007. Tra gli ultimi il Museo M9 in occasione dell'opening, Palazzo dei Trecento a Treviso e il Vescovado di Parma per il Festival Verdi. Tra le partecipazioni internazionali memorabile quella di Bangkok con lo spettacolo Little Nemo.
Durante le performance i ballerini sono legati con un sistema di corde che non vanno a danneggiare la struttura architettonica. «Ogni volta è un'esperienza diversa e creiamo un progetto specifico. Inoltre cambiando i punti di ancoraggio si modifica anche lo spettacolo» spiega la coreografa, che ha anche brevettato la prima imbragatura per la danza verticale. «Quelle in commercio non erano adatte, così per alcuni anni ho lavorato su un prototipo con la ditta Singing Rock. Avevo bisogno di un'imbragatura performante che accompagnasse al meglio il movimento di danza ma fosse anche resistente» dice, anticipando che l'imbrago è stato messo in produzione e per l'estate sarà in commercio in tutta Europa. Le date dei prossimi spettacoli in Italia saranno a Verbania, Varese ed Arco, mentre all'estero in Francia a Parigi e Lione e in Irlanda a Limerick. Quest'anno la compagnia inoltre tornerà a Venezia con uno spettacolo, ma dove e come resta ancora top secret.
Francesca Catalano
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