LA CURIOSITÁ
Carcerate alla radio. Non si tratta di una denuncia sociale,

Domenica 18 Marzo 2018
LA CURIOSITÁ
Carcerate alla radio. Non si tratta di una denuncia sociale, ma di un vero e proprio riscatto. E soprattutto in musica con un brano speciale: con una canzone dal titolo Nonostante tutto scritta da 37 detenute del carcere della Giudecca insieme a Jack Jaselli, cantante, autore e chitarrista milanese. L'iniziativa è stata promossa dall'associazione Closer, che si occupa di attività culturali negli istituti di pena. «Tutto ha avuto inizio dopo un incontro che Jaselli ha avuto con le detenute, per parlare di musica e conoscere le loro storie. Da qui è nata l'idea di scrivere un brano che raccogliesse le paure, i sentimenti, i sogni di chi vive dentro quelle mura» racconta Giulia Ribaudo, veneziana, che ha fondato l'associazione Closer insieme agli amici del liceo (suoi coetanei, nati tutti tra il 90 e 'il 92: Leonardo Nadali, Nicolò Porcelluzzi, Luca Ruffato, Federico Tanozzi, Leonardo Azzolini). «Così le donne della Giudecca hanno scelto ognuna una parola legata al tema condiviso della libertà. E Jaselli ha sviluppato il testo cucendo insieme tutte e 37 le parole (filosofia, infinito, speranza, ali, porta aperta, lettera, segno...) e mettendole in musica. Il passo successivo è stato registrare il brano insieme alle ragazze, portando microfoni, computer e ricreando uno studio con Max Casacci in carcere».
UN CD E UN DOCUMENTARIO
Un'esperienza diventata anche documentario che sarà trasmesso mercoledì 21 marzo alle 23.10 su Real Time (canale 31). L'obiettivo di Closer, che è nata nel 2016, è anche quello di aprire le porte del carcere all'esterno, per creare una comunicazione tra dentro e la realtà esterna, perché non ci si dimentichi di chi vive ai margini e perché chi è recluso si senta parte di una società e si prepari a rientrarvi pienamente. «Con questo intento abbiamo organizzato, insieme a Incroci di civiltà, i workshop dedicati alla letteratura, aperti anche al pubblico esterno» racconta Giulia Ribaudo. «Li abbiamo chiamati Interrogatorio alla scrittura perché a partire dalla letteratura e dalle domande che solleva si possano affrontare riflessioni su vari temi. Il primo incontro è stato con Giorgio Fontana, premio Campiello 2014. Abbiamo lavorato a lungo con le donne per prepararle all'evento: oltre ai romanzi, abbiamo dato loro da leggere anche gli articoli di Fontana, dove l'autore esprime una personalità ancora diversa. Le domande all'autore le hanno preparate loro e il reading si è svolto insieme al pubblico esterno». Il 6 aprile si replica con lo scrittore Eraldo Affinati, mentre il prossimo obiettivo è ottenere i fondi per far partire un progetto dedicato ai detenuti delle case di reclusione veneziane e riguardante l'apprendimento delle nuove tecnologie.
Laura D'Orsi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci