LA CRISI
VENEZIA Una soluzione a tutto tondo che consenta di salvare il Consorzio

Giovedì 10 Giugno 2021
LA CRISI VENEZIA Una soluzione a tutto tondo che consenta di salvare il Consorzio
LA CRISI
VENEZIA Una soluzione a tutto tondo che consenta di salvare il Consorzio Venezia Nuova, quindi anche le imprese consorziate. E di conseguenza garantire anche la conclusione dei lavori del Mose. La dovrà trovare un tavolo tecnico a cui siederanno il commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova con i suoi consulenti legali, il Provveditore alle Opere pubbliche con l'Avvocatura di Stato, ma anche i rappresentanti delle consorziate. Ecco la soluzione uscita dalla riunione che era stata convocata ieri dal liquidatore Massimo Miani, in vista dell'udienza di oggi in Tribunale per la procedura di ristrutturazione del debito avviata il mese scorso. Alla fine è stato un incontro ancora interlocutorio, ma comunque giudicato positivo dai partecipanti, di certo aiutato dalla notizia arrivata in diretta che il Cipess aveva finalmente sbloccato i 538 milioni di mutui residui per il sistema Mose. Soldi spendibili a breve dal Provveditorato che aiuteranno a trovare la soluzione. Tutti ci contano.
L'INCONTRO
In Arsenale, ieri, Miani si è presentato a fianco del provveditore Cinzia Zincone, presente anche il suo consulente legale, l'avvocato Stefano Ambrosini. Poco prima il Cvn aveva ufficializzato, via Pec, una nuova proposta di taglio dei crediti delle consorziate: dal 30% iniziale al 60%. Proposta anche questa, però, giudicata irricevibile dalle imprese. La discussione ha comunque preso un'altra direzione. A fronte di un debito del Cvn che Miani stima tra i 250 e i 300 milioni, la maggior parte nei confronti del Provveditorato, i 22 milioni di crediti delle consorziate sarebbero comunque poca cosa, che siano scontati del 70%, 40%, 10%.
LA PROPOSTA
«Per questo non ha senso concentrarci sulla procedura di ristrutturazione del debito. E la nostra proposta è stata accolta» riferisce il presidente di Kostruttiva, Devis Rizzo. «Il problema è l'intero buco e per questo serve una soluzione a tutto tondo - gli fa eco il presidente di Ance Venezia, nonché consorziato, Giovanni Salmistrari - La situazione è complessa, va gestita con attenzione: si rischia il disastro, ovvero che l'opera non venga finita. Non è vero che, se escono di scena il Cvn e le imprese, può arrivare qualcuno e finire il Mose. Siamo in un momento delicato: mancano i collaudi, le verifiche... Si rischia davvero di bloccare tutto». Un problema complesso, ma che «si può risolvere - continua Salmistrari -. Serve l'impegno della politica, che ha già dato dei segnali, e dei tecnici che ora si devono sedere attorno a un tavolo con le imprese, finora tenute all'oscuro, per trovare una soluzione».
LE PROSPETTIVE
Ma a questo punto i lavori del Mose quando potranno ripartire a breve? Le imprese chiedono garanzie e liquidità. «Siamo i primi a voler riprendere a lavorare - premette Rizzo -. Ma a certe condizioni. Indispensabile per la ripresa dei cantieri sarà la soluzione che uscirà dal tavolo. Abbiamo bisogno di garanzie certe e anche di una qualche soluzione finanziaria. Non possiamo essere noi a finanziare il Cnv». «E bisogna trovare una soluzione perché il Consorzio non crei nuovi buchi - aggiunge Salmistrari - Se i lavori andranno diminuendo, lo saranno anche gli incassi del Consorzio. Non si può pensare di mantenere una struttura tanto costosa. Vanno trovate soluzioni, nel rispetto dei posti di lavoro». Oggi intanto l'udienza in Tribunale per la procedura fallimentare dovrebbe essere rinviata. Comunque si chiederà tempo per le trattative in corso.
R. Br.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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