LA COLLEZIONE
Uno dei segni più evidenti dei radicali cambiamenti verificatisi

Sabato 7 Dicembre 2019
LA COLLEZIONE
Uno dei segni più evidenti dei radicali cambiamenti verificatisi negli ultimi anni nella vita quotidiana a Venezia ha a che fare con i ristoranti e le trattorie, adesso affollati di turisti ma che un tempo, chi più chi meno, erano tutti ospitali con gli artisti e collezionisti essi stessi di opere d'arte. Erano i cosiddetti ristoranti dell'arte alcuni dei quali divenuti famosi proprio per la frequentazione degli artisti, come ad esempio la mitica Colomba di Arturo Deana dove andava spesso De Chirico, da Romano a Burano o Montin all'Accademia dove era possibile incontrare Ezra Pound a cena. E naturalmente All'Angelo della famiglia Carrain alla cui collezione viene ora dedicata una interessante mostra allestita negli spazi della Querini Stampalia (catalogo Lineadacqua), dove resterà aperta fino al 1 marzo, a cura di Giandomenico Romanelli e Pascaline Vatin. La fortuna di quel ristorante, a parte la generosa ospitalità di Renato e Vittorio Carrain, si deve soprattutto al critico Giuseppe Marchiori, abitava proprio sopra il locale, che ha avuto un ruolo di grande rilievo nelle vicende dell'arte a Venezia nel dopoguerra. È infatti all'interno dell'Angelo che nel 1946 venne costituito il gruppo del Fronte Nuovo delle Arti che accomunava undici artisti, quattro veneziani ed altri provenienti da Roma e Milano, già tutti molto noti ma che hanno avuto una sorta di consacrazione internazionale alla Biennale del 1948. Vi facevano parte, tra gli altri Santomaso, Pizzinato, Vedova, i veneziani, e poi Birolli, Guttuso, Turcato e Morlotti. Marchiori riusci ad ottennere in quella occasione anche l'attenzione di Peggy Guggenheim che proprio in quella Biennale, la prima del dopoguerra, aveva esposto la sua straordinaria collezione d'arte internazionale, per fortuna rimasta a Venezia dove la grande mecenate americana ha vissuto tutta la vita a Palazzo Venier dei Leoni.
FRATTURA IDEOLOGICA
I tre artisti veneziani, per la verità faceva parte del gruppo anche lo scultore Alberto Viani, ottennero dai Carrain per la propria raccolta, nel 1946-7, anche l'incarico di dipingere ciascuno un grande trittico divenuti ormai celebri ed esposti in molte occasioni ed anche, più recentemente, alla Biennale del 1988. L'interesse per questa mostra alla Querini Stampalia risiede nella qualità formale e nell'importanza storica di alcuni dipinti - tra i quali emergono opere di Casorati e De Pisis, Sironi e Music ma anche nei documenti minori, vale a dire i piccoli disegni, i messaggi curiosi, i documenti che rivelano anche le tensioni nel gruppo. Il Fronte Nuovo delle Arti che, lo ripetiamo, è nato all'interno dell'Angelo, ebbe in effetti vita breve perché subito dopo la Biennale del 1948 il gruppo registrò una frattura ideologica al suo interno contrapponendo gli astrattisti ed i figurativi. Una frattura in parte dovuta ad una maldestra considerazione critica, in occasione di una mostra del gruppo, di Palmiro Togliatti, allora Segretario del Partito Comunista. Tra questi ultimi, cioè i figurativi, spiccano i nomi di Renato Guttuso e Armando Pizzinato, mentre degli astrattisti, che confluirono subito dopo nel Gruppo degli Otto a Roma, facevano parte Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova e Giulio Turcato. La mostra è stata resa possibile per la disponibilità di Luciano Zerbinati che ha raccolto a suo tempo gran parte delle opere dell'Angelo.
Enzo Di Martino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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