L'Orchestra di Padova e Veneto celebra il Leone d'oro de Pablo

Domenica 27 Settembre 2020
BIENNALE MUSICA
Il Leone d'oro alla carriera della Biennale musica è stato assegnato, l'altra sera al Teatro alle Tese, a Luis de Pablo, il maggior compositore spagnolo del nostro tempo. Com'è stato ricordato da Ivan Fedele, curatore del Festival, de Pablo ha saputo proiettare la musica spagnola in una dimensione internazionale, allargando la ristretta prospettiva nazionalistica e aprendosi alle avanguardie. Alle conquiste della contemporaneità occidentale ha sommato la conoscenza delle esperienze musicali extraeuropee, elaborando un linguaggio personale, profondo ed espressivo senza rinnegare i richiami alla tradizione iberica. De Pablo ha anche il merito di aver sostenuto in Spagna, nel difficile periodo della dittatura franchista, ideali di libertà d'espressione e non solo in campo artistico.
Molto sentito anche l'intervento di Roberto Cicutto, presidente della Biennale, che oltre all'elogio per questo grande di Spagna, ora novantenne e non presente in sala, ha sottolineato con orgoglio quanto sia stato fatto dai diversi curatori delle mostre e dei festival, dal cinema al teatro, in questi mesi così difficili per tutti. Se la Biennale architettura è stata spostata al 2021, le altre attività sono state mantenute e tutto si è svolto con successo nel rispetto dei protocolli sanitari.
Dopo la proiezione del film di Samuel Alarcón Déjame hablar, dedicato a de Pablo, il musicista spagnolo è stato celebrato con una prima esecuzione, il Concerto per viola e orchestra, e una prima italiana, le Fantasie per chitarra e orchestra. Per l'occasione è stata invitata l'Orchestra di Padova e del Veneto, già ospite del festival nel 2017, diretta da Marco Angius, tra gli interpreti più accreditati del repertorio contemporaneo. Il Concerto per viola si presenta come un concerto classico diviso in tre movimenti: Rapsodia, Susurro e Melodías secretas. Lo strumento solista dialoga liricamente con l'orchestra, con un fraseggio duttile che rinvia ad atmosfere oniriche e rarefatte. Non vi sono mai sonorità accese e l'organico orchestrale viene suddiviso in piccoli gruppi che intessono un intreccio a tratti contrappuntistico o con funzione di amplificazione e commento a quanto proposto dalla viola, suonata dall'ottimo Garth Knox, già componente dello straordinario Quartetto Arditti.
INTENSO
Più intenso e pregnante il pezzo intitolato Fantasías para guitara, scritto nel 2001 per Radio France e dedicato a Thierry Mercier che l'ha eseguito anche l'altra sera con impeccabile adesione alla volontà dell'autore. Queste fantasie attingono alla tradizione spagnola e, come spiega lo stesso de Pablo, in una coesistenza pacifica di stili la scrittura si arricchisce di preziose reminiscenze ed evocativi richiami. Rispetto al Concerto per viola, il linguaggio è meno polverizzato e i materiali impiegati si prestano a un trattamento anche polifonico di suggestivo e arcaico fascino. Gli archi, spesso pizzicati, amplificano le sonorità della chitarra e Mercier si fa apprezzare per il saldo dominio strumentale. Calorosi gli applausi del numeroso ma distanziato pubblico che ha apprezzato gli interpreti e l'orchestra di Padova, come sempre puntualmente guidata dal proprio direttore musicale Marco Angius.
Mario Merigo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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