L'ora di Pompei è scattata due mesi dopo

Mercoledì 17 Ottobre 2018
LA SCOPERTA
Due righe vergate con un carboncino fanno riscrivere la storia e spostare al 24 ottobre del 79 dopo Cristo la data dell'eruzione che distrusse Pompei, Ercolano, Stabia e Oplontis. La scritta «sedicesimo dalle calende di novembre» (calende era il primo giorno del mese del calendario romano) traducibile con «diciassette ottobre», è stata ritrovata su una parete della Casa del Giardino, una delle domus che si stanno riportando alla luce nell'area del Cuneo della Regio V, a Pompei. È questa una delle sorprese che il ministro Alberto Bonisoli ha trovato ieri quando è arrivato per vedere i nuovi scavi e quanto di interessante sta tornando alla luce.
GLI INDIZI
Viene dunque posticipata di due mesi, dal 24 agosto al 24 ottobre, quella che era la data sull'eruzione ritenuta esatta da tanti. Nonostante alcuni indizi e rinvenimenti (come la moneta studiata qualche anno fa da Grete Stefani, archeologa e direttrice del sito archeologico pompeiano) avessero cominciato a indurre gli studiosi a ripensare il tutto già da alcuni anni. Va comunque ricordato che lo stesso Amedeo Maiuri, il grande archeologo a cui, dagli anni Venti agli anni Cinquanta del Novecento, si deve lo scavo di gran parte delle città sepolte dal Vesuvio, per diverso tempo aveva considerato una data autunnale dell'eruzione. Optando poi per il 24 agosto solo verso la fine del suo incarico di responsabile dell'archeologia campana. «L'iscrizione», come hanno dunque sottolineato sia il ministro Bonisoli sia il direttore generale del Parco archeologico di Pompei Massimo Osanna, «ci racconta una storia inedita di Pompei e consente di datare in maniera sicura l'eruzione». Già nell'Ottocento peraltro, il soprintendente Ruggero aveva fatto il calco di un ramo di una pianta che produce bacche in autunno e, successivamente, si erano trovati reperti di frutti autunnali. Oltre ai bracieri con i residui bruciacchiati rinvenuti un poco in tutti i siti vesuviani indagati.
LA MONETA
Con ogni probabilità la scritta, che venne fatta con un carboncino e dunque non destinata a durare a lungo, è opera di una delle maestranze che stavano lavorando alla ristrutturazione di alcuni ambienti della casa e, in maniera particolare, proprio nell'atrio. Altro dato interessante emerso dalle indagini e quello di una «scoperta degli scavi pompeiani» da datare almeno a cento anni prima, ovvero alla seconda metà del 1600. E questo perché una moneta, come rivela Osanna, molto consumata (indice di sicura circolazione) coniata nel 1631, sotto il regno di Filippo d'Asburgo, è stata trovata in uno degli strati di lapilli della Casa con Giardino. Vale a dire che certamente l'avrà persa qualcuno degli scavatori che si avventuravano nei cunicoli alla ricerca di oggetti preziosi.
Altri elementi che danno la cifra dell'importanza di questi ultimi scavi sono quei due mosaici rinvenuti appena qualche giorno fa nella Casa di Giove, detta così per l'affresco del larario trovato nel giardino già nell'Ottocento. Rettangolari, con tessere colorate, definiti di grande qualità artistica e sino ad ora non paragonabili ad altri rinvenuti nell'area, ripropongono miti poco rappresentati e di carattere astrologico. Su uno di essi, difatti, è raffigurato un cobra arrotolato in due spirali ma con la testa svettante; l'elemento centrale, invece, è quello che connota il tutto: un cancro dal busto umano, che presenta due ali molto particolari a forma di foglia. Nel registro superiore, altri soggetti con ali identiche a quelle del busto sottostante. L'altro mosaico, rinvenuto nel cubicolo di fronte, invece propone una serie di animali tra cui un coccodrillo e una capra. Interessanti per bellezza e finezza di lavorazione, le pitture della Casa con Giardino. Tra esse: la megalografia con Venere, accanto a una figura maschile - Adone o Paride - e Eros. Su un'altra parete, c'è un raffinato ritratto raffigurante, forse, la padrona di casa.
ECCELLENZA
«Per me è un piacere essere qui» ha ribadito il ministro, che ha anche annunciato entro il primo novembre l'espletamento del concorso e la nomina del direttore della Reggia di Caserta in sostituzione di Mauro Felicori, che lascia per raggiunti limiti d'età. «Sono contento ha continuato perché quanto accade a Pompei è qualcosa che possiamo mostrare come eccellenza e dire che da alcuni anni le cose sono cambiate». Tanto che tra qualche settimana saranno attivate le procedure per l'avvio della «Bufferzone», ovvero il recupero delle aree d'interesse culturale delle cittadine che gravitano attorno a Pompei. Un investimento di una ventina di milioni di euro. Soldi dell'Ue che consentiranno di ridisegnare l'area da Napoli a Sorrento, puntando a generare anche indotti capaci di far rifiorire l'economia del territorio.
Carlo Avvisati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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