L'opera 3.0 rinasce dal suono la sfida del veneziano Rusconi

Domenica 24 Febbraio 2019
L'opera 3.0 rinasce dal suono la sfida del veneziano Rusconi
IL PROGETTO
È tutta una questione di orecchio. Per sentire l'opera lirica in modo nuovo e potente. La sfida parte proprio da qui, da un suono più innovativo e avvolgente capace di toccare il cuore e la mente di tutti, e non soltanto degli over 40 che di solito frequentano i teatri. Come? Spingendo il suono verso la platea, quasi a voler circondare il pubblico, racchiudendolo «in un effetto di immersione totale». Parola del compositore veneziano Roberto David Rusconi, che poco tempo fa, in prima mondiale, ha presentato al Sanbapolis di Trento la sua opera 3.0 Dionysos rising. Complesso progetto lirico più vicino a un'esperienza acustica che visiva, Dionysos rising dilata lo spazio d'ascolto attraverso molteplici inserimenti: sintesi elettroniche, voci e cori registrati, duetti lirici e musica dal vivo con l'orchestra (la Hayden di Bolzano e Trento), in un fitto e denso intreccio di fonti che comprende anche suoni d'ambiente. Il tutto amplificato da 16 altoparlanti che assediano il pubblico, circondandolo. «Cerco un'esperienza che possa competere con l'appeal del cinema, che spinga la gente a uscire di casa - spiega Rusconi - l'idea è quella di provare a cambiare formato all'opera, mescolando recitazione e danza, musica, suoni d'ambiente, rumori. Per creare un'emozione unica».
L'AUTORE
La musica è nel dna di Rusconi. Sin dal nonno violinista che abbandonò l'Italia, e l'orchestra di Toscanini, pur di non prendere la tessera fascista. E proprio come il nonno, anche Rusconi ha optato per Londra, dove vive ormai da 14 anni con moglie (slovena) e due figli. Classe 1972, il compositore e sound designer veneziano è un vero e proprio mix di talenti che trovano molteplici radici in famiglia: da parte del padre, originario del canton Ticino, «ho tanti cugini musicisti molto più importanti di me», come il pianista Stefan Rusconi, celebrità del jazz; da parte di mamma, veronese, con nonno e bisnonno violinisti, l'orecchio fine per la musica. «Io sono cresciuto tra laguna e terraferma, mi sono diplomato al Conservatorio Pollini di Padova, studiando anche con il maestro Scimone».
Definito «un visionario produttore di musica full immersive surround per l'opera, la danza il teatro musicale e il piccolo e grande schermo», Rusconi ha studiato Austria, Usa, Germania e Gran Bretagna (ha discusso la sua tesi di dottorato al King's College con George Benjamin, prossimo Leone d'oro alla carriera della Biennale Musica), vincendo premi e ideando lavori di elettrojazz, videogiochi, diverse produzioni di jungle, drum and bass, ambient ed elettronica.
IL NUOVO LAVORO
In Dionysus Rising, applaudito alla sua prima trentina, Rusconi usa il mito classico di Dioniso per riflettere non soltanto sui mali della società odierna - dal disagio mentale all'abuso di stupefacenti per combattere i fantasmi della mente e il dolore dell'internamento - ma soprattutto per capire le infinite potenzialità del suono. L'idea è di rispondere alle nuove sfide sull'opera, nella speranza di uscire dagli schemi precostituiti. «Oggi chiunque, grazie alla tecnologia, può vivere un'esperienza immersiva totale - osserva Rusconi - La fortuna di Dionysus Rising è stata il partner tecnologico, L-Acoustics, che si occupa di grandissimi eventi, dalle Olimpiadi al Superbowl, passando per le tournèe di Morricone o di Beyonce. Il che mi ha permesso di creare un'ambientazione sonora unica. La musica, vissuta così, regala un'emozione diversa. La sfida è questa, uscire dagli schemi e andare oltre. Riempendo i teatri. A Bolzano è stato un sold out. Ora sogno Venezia».
Chiara Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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