L'«inganno» dell'Uomo Vitruviano È un algoritmo

Martedì 3 Dicembre 2019
L'«inganno» dell'Uomo Vitruviano È un algoritmo
IL CASO
Trenta anni di riflessione, sette anni di ricerche per capire che L'Uomo Vitruviano di Leonardo è l'immagine dell'algoritmo segreto che gli artisti hanno usato dal IV al XVIII Secolo per «certificare» le proprie opere come ispirate dalla Divina Proporzione. Per cinque secoli il disegno avrebbe nascosto un inganno, ma sarebbe stato realizzato per dare forma in modo criptato al segreto dei segreti: l'antichissima formula aritmetica e geometrica che le botteghe usavano e tramandavano solo tra di loro, in osservanza dei parametri imposti dalla Chiesa. È lo studio, affascinante come un thriller che ha realizzato uno studioso Roberto Concas, storico dell'arte . Scoperta nella scoperta, la prima cosa che ha capito il docente è che il disegno realizzato da Leonardo nel 1490 in realtà contiene due uomini in due diverse età della vita - forse tre - e va guardato allo specchio per riportare alla luce l'immagine vera del disegno e dare un senso a quelli che finora era considerati «errori».
DUE O TRE UOMINI
«Tutto è iniziato - sostiene Concas - dalle domande che mi sono posto sui Retabli della Sardegna, le caratteristiche pale d'altare. Perchè, mi chiedevo, hanno questa forma particolare a tre? Non c'erano risposte. Ho cercato per 30 anni. Poi ad un certo punto trovo l'algoritmo che mi fa capire quale sia la parte centrale e quale quella laterale. Ma era solo l'inizio. Nel 2012, guardando questo disegno dell'Uomo Vitruviano noto una proporzione simile nella riga sotto: due parti più piccole una centrale più grande. Ho iniziato a capire che il disegno contiene due volti. L'occhio destro è di un uomo maturo, quello a sinistra di un volto più giovane. Mi è venuta intuizione, se ha sempre scritto a sinistra ha imparato usando lo specchio... anche qui usa lo specchio per ricostruire la figura completa...E le misure mi hanno dato ragione».
Quindi due uomini, e con lo specchio si vede bene, di età diversa, ma disegnati per rappresentare quella che il Frate matematico Luca Pacioli definiva come la scienza segretissima della Divina proporzione: un «sistema d'insieme», «rilevabile con misure micrometriche, regole della geometria piana, calcoli aritmetici e infine con l'uso di una banalissimo specchio», racconta ancora Concas: «Ad esempio le misure delle braccia, che sono diverse, vengono dal concetto di un numero generatore, 225,5 e 180,5. Facendo sottrazioni o divisioni si ottengono tutte le misure esatte delle due braccia».
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