L'INCONTRO
VENEZIA L'intenzione dichiarata è quella di non far fallire

Sabato 15 Maggio 2021
L'INCONTRO
VENEZIA L'intenzione dichiarata è quella di non far fallire il Consorzio Venezia Nuova, «che determinerebbe il mancato completamento delle opere del Mose ed effetti negativi importanti sul tessuto produttivo del territorio». Riunione fiume, ieri, al Provveditorato alle Opere pubbliche, a cui hanno partecipato il Provveditore Cinzia Zincone, il commissario liquidatore Cvn Massimo Miani, il commissario per il MoSE Elisabetta Spitz, per affrontare la paralisi dei cantieri, a sette mesi dalla data di consegna del Mose. Come noto, il commissario Miani ha presentato al Tribunale un ricorso ex articolo 182 bis: ha invitato i creditori del Cvn (per un totale di 201 milioni di euro) ad accettare la ristrutturazione dei propri crediti, riducendo le pretese a una percentuale variabile tra il 30 e il 40 per cento. Un modo, ha spiegato Miani, per uscire da una situazione finanziaria compromessa e per bloccare gli eventuali decreti ingiuntivi che stavano iniziando ad arrivare al Cvn, visto che le imprese impegnate nella realizzazione del Mose e nel supporto ai sollevamenti vantano crediti non saldati per circa 20 milioni.
L'UDIENZA
Il 27 maggio il Tribunale si dovrà esprimere sull'omologazione della procedura, quindi in queste settimane si dovrà raggiungere l'accordo per almeno il 60 per cento dei debiti (intesi come ammontare complessivo, indipendente dal numero dei creditori). Operazione tutt'altro che facile, perché molte aziende non sono probabilmente in grado di assorbire un simile colpo. E del resto non hanno la convenienza al fallimento del Cvn. In questi giorni le trattative con gli studi legali sono serrate, perché ogni azienda è un caso a sè e tenta una strada che la differenzi dalle altre. «Sono state valutate tutte le ipotesi di intervento con la condivisione della volontà di affrontare e risolvere tutti i problemi - scrivono Provveditorato, Cvn e Commissario al Mose in una nota congiunta - consapevoli che oltre alle risorse residue a breve il Cipess dovrebbe svincolare i 538 milioni di euro. È stato così delineato il percorso per definire tutto ciò che è necessario per giungere alla consegna del Mose allo Stato».
LA VERTENZA
E anche dal punto di vista occupazionale la situazione è delicata. La Cgil ha chiesto un incontro al commissario Miani su Thetis, i cui lavoratori distaccati al Provveditorato da oggi potrebbero essere messi in cassa integrazione. Un'anomalia che si trascina da sempre, e da sempre risolta in via provvisoria: il Provveditorato, a Venezia, svolge anche un servizio di controllo antinquinamento sulle attività industriali, ad esempio l'analisi degli scarichi di alberghi e attività commerciali. Per questo incarico, non disponendo di personale proprio - la pianta organica non prevede nè dipendenti, nè laboratori attrezzati - è costretto a ricorrere a Thetis, i cui esperti sono pagati a perizia. Ma da quando il Cvn ha chiuso i rubinetti, anche a Thetis rischiano di non arrivare i soldi per gli stipendi di questa ventina di lavoratori. Una delle tante grane per il Provveditorato cui era stato promesso personale mai arrivato e che dovrebbe confluire in una nuova Autorità per la Salvaguardia nata per decreto ma di cui, dopo quasi un anno, c'è solo il nome.
Raffaella Vittadello
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