L'INCONTRO
VENEZIA Il grido d'aiuto lanciato dalle imprese che gravitano intorno

Giovedì 20 Maggio 2021
L'INCONTRO VENEZIA Il grido d'aiuto lanciato dalle imprese che gravitano intorno
L'INCONTRO
VENEZIA Il grido d'aiuto lanciato dalle imprese che gravitano intorno alla realizzazione del Mose, che vantano crediti per circa 20 milioni e che denunciano di essere ormai sull'orlo del fallimento, è stato accolto dal prefetto Vittorio Zappalorto, che per domani mattina alle 11 ha convocato un tavolo tecnico a cui sono invitati anche il commissario liquidatore del Cvn Massimo Miani, il provveditore alle Opere pubbliche Cinzia Zincone, il commissario sbloccacantieri Elisabetta Spitz.
Si tratta della prima occasione ufficiale in cui anche le aziende, che lamentano il rischio della perdita di oltre 2mila posti di lavoro, avranno l'occasione di presentare le loro rimostranze rispetto al percorso intrapreso da Miani, ovvero il deposito in Tribunale di una procedura di ristrutturazione del debito per evitare il fallimento. Istanza che prevede che i creditori rinuncino in una percentuale variabile alle rispettive pretese, in modo da evitare il default del Cvn. Invitata solo una delegazione dell'Ance, l'associazione dei costruttori.
IL CIPESS
A Roma invece slitta ancora di qualche giorno la convocazione del Cipess, l'organismo che dovrebbe deliberare lo sblocco dei 538 milioni derivanti dai minori interessi dei mutui contratti dallo Stato decenni fa, per la realizzazione del Mose e che non possono essere utilizzati per coprire tout court la voragine di 200 milioni di debito del Consorzio.
La seduta del Cipess è attesa entro la fine del mese, e potrebbe essere un segnale di apertura da parte dello Stato. Anche se la data non è stata ancora calendarizzata.
LA TRATTATIVA
Dunque tra Roma e Venezia, la trattativa sarà operazione da condurre con le pinze: è necessario che almeno il 60 per cento del debito venga cancellato, indipendentemente dal numero dei creditori coinvolti. E qui di innesca un gioco di potere, perché il rimanente 40 per cento avrà la soddisfazione totale della propria spettanza.
E non bisogna poi dimenticare che, tra i creditori, c'è lo stesso Stato, rappresentato dal Provveditorato alle Opere pubbliche: dai dati di bilancio avanzerebbe circa 130 milioni dal Cvn, sui 200 la fetta sicuramente più consistente.
Il Provveditorato, tra l'altro, dopo l'incontro di venerdì scorso avrebbe dimostrato una disponibilità alla trattativa in un'ottica di lungimiranza, aggiungendo che anche le imprese hanno «un maggior interesse ad avere prospettive per il futuro piuttosto che salvare adesso fino all'ultimo centesimo» come ha riferito Zincone. Ammesso che sopravvivano.
E proprio sulla disponibilità dei creditori a trattare sulle percentuali sotto cui non è possibile scendere si basa la procedura ex articolo 182 bis per evitare il fallimento del Consorzio, che dovrà essere omologata dal Tribunale entro fine mese. Anche se è facile immaginare che sia necessario un rinvio.
Raffaella Vittadello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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