L'IDEA
VENEZIA Una ricerca meticolosa. Presentato al Seminario Patriarcale il

Mercoledì 20 Novembre 2019
L'IDEA
VENEZIA Una ricerca meticolosa. Presentato al Seminario Patriarcale il volume White Marble and the Black Death. Il marmo bianco e la peste nera. Autore Maichol Clemente, un giovane studioso appassionato del barocco e della scultura di questa epoca. Il Seicento, stretto tra i due secoli d'oro dell'arte veneta, il 500 e il 700, è quasi considerato una parentesi. Soprattutto per quanto riguarda il versante scultoreo. A smentire questo forse ancora radicato pregiudizio è il capolavoro dell'altare maggiore della Basilica della Salute, che rappresenta i due poli o se si preferisce i due colori: quello della Vergine salvifica (bianco) che sconfigge la peste (nero). Era il 1630, l'anno della peste nera che decimò milioni di persone in tutta Europa. Il Doge Nicolò Contarini fece voto alla Vergine di edificare una basilica a lei dedicata purché intercedesse per fare cessare il flagello. L'anno dopo fu iniziata la costruzione del tempio, affidata al più autorevole architetto barocco, Baldassarre Longhena. La chiesa fu consacrata nel 1687. In questo arco di tempo nel 1670 fu realizzato l'altare maggiore, capolavoro di Giusto Le Court, olandese ma naturalizzato veneziano.
LA CITTA'
«Venezia- annota sempre Clemente-era l'unica città italiana in grado di competere con Roma per il primato della cultura barocca». Questo per quanto riguarda il versante artistico. Ma sarebbe restrittivo limitarsi a questo aspetto. Per il patriarca Francesco Moraglia, infatti, l'altare sintetizza il vero, il bello e il bene, raffigurando nella Madonna la madre attenta e premurosa per i suoi figli. Celebrata nello splendore della sua ricca veste. Del resto già nel 1617 l'allora Patriarca di Venezia era riuscito a procurarsi una reliquia con un pezzo della veste della Vergine. Dal lato opposto la figura lacera, quasi mendicante, e dal volto terrorizzato, della peste. A completare la raffigurazione, molto complessa, il rimando al Cristo Redentore; i quattro Evangelisti, San Marco con il suo libro posato a terra; uno scarno e penitenziale San Giovanni Evangelista; San Paolo e San Pietro, quest'ultimo tra le statue più espressive che fissa dritto negli occhi il visitatore. E un tripudio di cherubini e di putti festosi.
VENETIAN HERITAGE
Il volume, in versione italiano ed inglese, finanziato da Venetian Heritage, presente la presidente Valentina Marini Clarelli Nasi, è splendidamente dalle foto in bianco e nero di Marco Furio Magliani e di Mauro Magliani. Editore Marsilio, presente l'Amministratore Delegato Luca De Michelis.
Lidia Panzeri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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